Funzionari americani hanno confuso la sua identità a causa del suo nome e per questo ha trascorso 13 anni nella prigione statunitense di massima sicurezza di Guantánamo, sull’isola di Cuba, da innocente.
I funzionari americani hanno pensato che Mustafa al-Aziz al-Shamiri, yemenita di 37 anni catturato in Afganistan nel 2002, fosse un importante estremista di al-Qaeda; lo hanno confuso con un altro membro di al-Qaeda con un nome simile.
Ma un recente informe rivela che si tratta di un combattente islamico di basso livello. Al-Shamiri è rimasto prigioniero senza accuse per ben 13 anni e si è presentato martedì davanti a al Comitato governativo ‘Periodic Review Board: Mustafa è uno dei 107 prigionieri di Guantánamo, dei quali quasi 50 hanno ricevuto la scarcerazione e sono in attesa di essere trasferiti.
Il suo profilo dettagliato riporta che era un lottatore islamico che aveva combattuto con i jihadisti in diversi Paesi, tra cui l’Afganistan, e che si era associato con i membri di Al-Qaeda.
Il documento, elaborato dal Pentagono, precisa che funzionari americani hanno riconosciuto di aver commesso un errore burocratico, uno scambio di personalità con un estremista islamico col nome molto simile al suo.
Secondo quanto riferito dai suoi avvocati, designati dal governo degli Stati Uniti, Al-Aziz ha affermato che sicuramente avrebbe scelto un cammino differente da quello che ha vissuto fino ad ora e che il suo desiderio è riprendere in mano la sua vita. Ha inoltre aggiunto che andrebbe in qualsiasi paese che volesse accettarlo.
Il presidente degli Usa, Barack Obama, è deciso a chiudere il carcere di Guantanamo, creato nel 2002 con l’amministrazione di George W. Bush, prima dalla fine del suo mandato, nel 2017, ma il Congresso si oppone a questa misura. Il campo di prigionia venne creato per trasferire lì i sospettati considerati più pericolosi per essere interrogati e giudicati per crimini di guerra.