Finalmente, il giallo che ha sconvolto la vita di Romina Power e di Al Bano potrebbe essere giunta a conclusione: Ylenia Carrisi sarebbe stata uccisa da un camionista. La svolta arriva in queste ore dagli Stati Uniti, dopo un lungo lavoro da parte dello sceriffo della contea di Palm Beach.
Ylenia Carrisi, che a 24 anni decise di intraprendere un viaggio on the road sulle strade degli Usa, avrebbe chiesto un passaggio a quello che poi si sarebbe rivelato il suo assassino: Keith Hunter Jesperson, che sarebbe ora il principale indiziato grazie alle sue stesse dichiarazioni.
Il fatto che si sia vicinissimi ad una svolta è testimoniato anche dal fatto che l’Interpol ha autorizzato i Carabinieri a recarsi a Cellino San Marco (il paese natale di Al Bano) per prelevare il dna degli altri figli del cantante pugliese, Yari, Cristel e Romina Junior. Già nei giorni scorsi, peraltro, il test del dna era stato fatto a Romina Power, in quel momento a New York, che poi è stato spedito ai Ris di Roma.
Lo scopo del prelievo di Dna è quello di confrontarlo con le ossa di una donna rinvenute ad Holt, cittadina nello Stato della Florida, il 15 settembre 1994, circa 9 mesi dopo la denuncia di scomparsa di Ylenia Carrisi da parte dei genitori.
La svolta sarebbe arrivata, come detto, grazie alle dichiarazioni del camionista, che nel 1996 avrebbe confessato di aver ucciso una donna che si faceva chiamare Suzanne, e che viaggiava con uno zainetto per raggiungere la West Coast del Paese. Secondo gli inquirenti, in quel periodo Ylenia Carrisi non solo frequentava un musicista di New Orleans – uno dei primi sospettati dell’omicidio – ma, soprattutto, durante il suo viaggio si faceva chiamare proprio Suzanne.
Finalmente, quindi, lo sceriffo di Palm Beach dopo 19 anni è vicino ad una svolta, ossessionato dal fatto di dare un nome a quella ragazza che è stata trovata nella sua contea. Ma, soprattutto, potrebbe venire messa la parola ‘fine’ ad una vicenda che, da oltre venti anni, ha sconvolto la famiglia Carrisi e l’Italia intera.