E’ un giorno storico per la California: è passata la legge che legalizza il suicidio assistito, e a dare l’ok è il suo governatore ultra cattolico, Jerry Brown, con una mossa che definire a sorpresa è dir poco.
Il governatore Brown, infatti, si è ‘costruito’ politicamente come rappresentante del mondo cattolico, visto il suo passato da seminarista gesuita. Questa volta, però, Jerry Brown ha deciso di andare contro il parere della Chiesa cattolica, approvando una legge che potrebbe creare un precedente importantissimo, negli Stati federati degli Usa, visto che per la prima volta è un conservatore ad avallarla. Ad oggi, la California è il quinto Stato degli Usa a prevedere questa legge. Il primo fu l’Oregon, ed è proprio sulla legge di questo Stato che si basa la nuova legge californiana.
Il governatore della California ha così motivato la sua scelta: “Ho cercato di pensare cosa avrei voluto se fossi un malato terminale. Se mi trovassi a morire tra dolori prolungati e strazianti, non so cosa farei. Sono certo, comunque, che mi sarebbe di conforto poter valutare l’opzione offerta da questa legge. E quindi non vorrei negare agli altri questo diritto“.
La legge, denominata End of Life Option Act, prevede quindi la cosiddetta morte dolce, ed entrerà in vigore solo tra qualche mese. Ovviamente, ci sono dei ‘requisiti’ da rispettare per potersi appellare ad essa: bisogna essere malati terminali, adulti ed in pieno possesso delle proprie facoltà mentali.
Tra i movimenti cattolici ‘pro-vita’, ovviamente, monta la polemica: “Questo è un giorno triste per la California” dice Tim Rosales, portavoce dell’associazione Californians Against Assisted Suicide, che prosegue: “L’ambiente da cui proviene il governatore è molto diverso da quello di milioni di californiani che vivono in povertà, senza lo stesso accesso alle cure mediche: queste persone e i loro familiari potrebbero rischiare se ai medici venisse dato il potere di prescrivere loro dosi letali di medicinali”.