Nemmeno il tempo di somatizzare una notizia così incredibile, che subito arrivano i commenti dei politici a lasciare ancor più sbigottiti. Ricapitoliamo, innanzitutto, la vicenda. Qualche giorno fa, un ragazzino è stato costretto a seguire la lezione dal corridoio per ‘punizione’: il motivo? Una foto scattata e poi pubblicata su Instagram, che lo ritraeva a petto nudo con un altro coetaneo. Il preside si è giustificato dicendo che la sua azione era volta a tutelare il ragazzo da eventuali atti di bullismo. In realtà, come molti hanno notato, è sembrata più una gogna pubblica per il povero ragazzo, colpevole di essere omosessuale, tanto che lo stesso preside ha anche dichiarato che la presenza del ragazzo “influenza negativamente gli altri ragazzini“.
Le polemiche, ovviamente, sono state feroci. Ma c’è anche chi, come l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e l’ex ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, va controcorrente e si schiera con la decisione del preside. Per Formigoni, “è del tutto inaccettabile il vergognoso attacco che è stato scatenato contro una scuola cattolica di Monza e il suo preside, colpevoli soltanto di essersi comportati secondo buon senso e rispetto delle persone“; Formigoni poi dice che “come scuola e preside hanno ampiamente documentato, il ragazzo omosessuale è stato difeso dagli attacchi in atto contro la sua persona”.
Dello stesso tono le dichiarazioni di Carlo Giovanardi, che si schiera apertamente contro il Garante Nazionale per l’Infanzia e contro tutti coloro i quali “hanno inondato le agenzie e i telegiornali invocando nuove leggi contro l’omofobia, criminalizzando una scuola cattolica di Monza, ‘colpevole’ di aver trattato con tatto e delicatezza una difficile situazione che riguarda un ragazzo di 16 anni”. Giovanardi si chiede cosa avrebbe dovuto fare il preside, e spara a zero contro le associazioni che tutelano i diritti degli omosessuali: “Accecate da furore ideologico, ormai le associazioni Gay fondamentaliste vogliono capovolgere il mondo, accusando di omofobia chi si sarebbe comportato allo stesso modo se l’episodio avesse riguardato una ragazza, avendo il preciso dovere di intervenire davanti a comportamenti censurabili o a volte addirittura costituenti reato“.