Continua a diffondersi la febbre del Nilo nel Lodigiano, dove altri due uomini sono stati ricoverati venerdì per il propagarsi della malattia trasmessa dalle zanzare notturne «padane culex pipiens», originarie dell’Egitto. A questo punto sono quattro i casi di persone colpite durante la settimana e addirittura nella stessa zona da questo virus che sembra un po’ particolare.
Le persone ricoverate non sono in pericolo di vita, ma sono tenuti sotto stretta osservazione per paura che la malattia possa degenerare in qualcosa di incontrollabile. Lo stesso primario del reparto di malattie infettive di Sant’Angelo Lodigiano Marco Tinelli ha dichiarato che i pazienti saranno costantemente monitorati per evitare qualche brutta sorpresa.
Pare che comunque il 69enne lodigiano potrebbe già cambiare reparto nel weekend ed essere dunque dimesso dal reparto di terapia intensiva dell’ospedale Maggiore del capoluogo: il paziente potrebbe infatti essere trasferito nel reparto infettivi di Sant’Angelo, dove si trova ancora ricoverato anche uno dei due anziani che la settimana scorsa sono stati colpiti dal virus delle zanzare. Uno dei due è già quasi completamente guarito ma in ogni caso per il decorso ci vorrà più tempo.
Infatti, la convalescenza potrebbe anche durare settimane o addirittura alcuni mesi: questo aspetto riguarda se il paziente ha subito danni cerebrali piuttosto seri. La profilassi prevede comunque che l’area che circonda le abitazioni delle due persone colpite sia sottoposta a una accurata e particolare disinfestazione e rimane ancora da valutare se l’Asl in futuro potrà effettuare altre disinfestazioni anche in altri comuni del territorio. La cosa da fare sarebbe anche quella di procedere al blocco delle donazioni di sangue. Quest’anno sono stati due i casi in cui sono stati trovati insetti risultati portatori della West Nile, esattamente a Maleo e a Borghetto Lodigiano. Urgono dunque provvedimenti mirati a bonificare la zona colpita e a prevenire il propagarsi della malattia.