Una delle maggiori conquiste conseguite dal world wide web, è senz’altro l’aver incredibilmente potenziato le dinamiche del cosiddetto star system, permettendo tecnicamente a chiunque di poter diventare celebre in tutto il globo nell’arco di pochissime ore. I casi più eclatanti, solitamente, provengono dai social network. Ed anche quello di Maha Al Musa non fa eccezione.
Maha è una madre di 52 anni residente nella meravigliosa Byron Bay, in Australia. E la sua vicenda ha sollevato nuovamente fortissime critiche attorno alla pratica dell’allattamento al seno. Perché Maha ha deciso di non svezzare del tutto la propria bambina, continuando ad allattarla anche ora che la piccola Aminah ha compiuto 6 anni.
Maha è stata recentemente ospite della trasmissione televisiva Aussie TV show con il film-documentario: “Inside Story: Mother Knows Best”, nel quale ha raccontato tutte le difficoltà sociali da lei incontrate sin da quando ha deciso di proseguire a nutrire la bambina mediante l’allattamento al seno.
L’attenzione mediatica è stata improvvisamente catalizzata dal suo caso in seguito ad un post su un social network: la donna aveva deciso di condividere un momento di poppata su Facebook, mostrando la foto della figlia-in età oramai scolare-ancora intenta a succhiare dal suo seno scoperto.
Titolo del post: “The Breastaurant is open 24/7” (il termine Brestaurant è un gioco di parole che unisce i termini breast–petto-e restaurant, ristorante; 24/7 è il formato tipicamente inglese ed americano per definire i servizi erogati 24 ore al giorno/7 giorni a settimana. Pertanto, il titolo si potrebbe tradurre con “Il ristorante del seno è sempre aperto”, nda).
Nel corso dell’intervista rilasciata all’emittente australiana, Maha Al Musa si è difesa dalle numerose accuse che le sono state lanciate, inclusa quella di pedofilia: “Non stiamo parlando di allattamento al seno. Questo è un caso di attacchi gratuiti, di mancanza di rispetto verso il genere femminile”.
“Le persone possono dire ciò che vogliono. Io so cosa sto facendo come madre, ed ho cresciuto tre bellissimi bambini, intelligenti ed in salute, e questo per me è tutto ciò che conta” ha poi ribatido la 52enne in un moto d’orgoglio. Il documentario, nel raccontare la storia di Maha Al Musa, ha tuttavia lasciato spazio anche ai suoi detrattori. Una delle donne intervistate ha infatti affermato di sentirsi impotente di fronte a spettacoli del genere: “Sento come se quella bambina fosse sfruttata”.
Ma Maha, su questo fronte, non cede e nega ogni accusa: “Non sono una pedofila, solo una madre che ama i suoi figli”.