Nel 2004 Mike Perret, giovane del Guernsey, piccola isola del Canale della Manica, era in India per fare volontariato. Un giorno, mentre era occupato in un’escursione in montagna con i bambini dell’orfanotrofio in cui prestava servizio, ebbe un terribile incidente. Precipitato dalla montagna, subì lesioni di grave entità e fu trasportato subito all’ospedale, dove gli fu detto che era stato miracolato, in quanto ad incidenti del genere di solito non si sopravvive. Tuttavia, i medici non riuscirono a salvare la sua gamba e furono costretti ad amputarla.
Mike, però, non aveva intenzione di dire addio alla sua gamba, così chiese ai medici di conservarne una parte. La sua richiesta fu esaudita. L’anno seguente Mike incontrò la sua futura sposa, Melita. Dopo sei anni di fidanzamento, i due decidono di sposarsi. Com’è consuetudine, Mike deve regalare un anello di fidanzamento per dar prova del suo amore, così decide di inventarsi un metodo per rendere quel suo infortunio che l’aveva reso “invalido” un punto di forza; il giovane contatta i gioiellieri londinesi di Ingle & Rhode e chiede loro se sia possibile inserire frammenti di ossa in un anello di diamante. La risposta dei gioiellieri è affermativa ed ecco pronto il particolare quanto singolare regalo di fidanzamento che Mike ha consegnato alla sua futura sposa; un diamante di un quarto di carato, con due piccoli frammenti di ossa, collocati su una basa fatta di platino.
A quanto pare, la giovane Melita ha gradito tantissimo l’idea di suo marito, affermando che quell’oggetto è davvero speciale in quanto rappresenta la vittoria del suo sposo su una vita di immaginabili difficoltà che vive una persona a cui hanno dovuto amputare un arto. Questa è una cosa eccezionale per un matrimonio, perché, come già detto, è un gesto che testimonia il coraggio e la infinita voglia di vivere dell’uomo che ha al suo fianco. Coraggio e voglia di vivere che non molti proverebbero al suo posto. Melita è attualmente incinta del loro secondo figlio.
Quante volte ci lasciamo prendere dallo sconforto in situazioni anche molto meno gravi di quella che vive Mike? E quante volte la colpa dei nostri mali è appunto del modo in cui guardiamo una situazione difficile? Dalla vicenda e da Mike, quindi, c’è soltanto da prendere esempio.