Nel corso del G7 tenutosi in Baviera, è stato raggiunto un accordo su una delle questioni più calde all’ordine del giorno: quella relativa al costante innalzamento delle temperature globali, che secondo gli esperti stanno rendendo sempre più plausibile lo scenario di future catastrofi climatiche. Dagli scienziati di tutto il mondo sono infatti arrivati innumerevoli moniti riguardanti i pericoli della manipolazione climatica causata dall’eccesso di gas serra nell’aria, dovuto prevalentemente all’industrializzazione, alla produzione di massa ed al deforestamento selvaggio.
Per questo i leader dei Paesi del G7 hanno trovato un accordo che sembra potrà accontentare tutti, quantomeno sulla carta: l’obiettivo è quello di portare la temperatura globale a massimo +2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. A riportare la notizia è stata l’edizione europea di Politico, che sottolinea come sia stata soprattutto la Merkel a spingere per cercare un fronte comune. Nel 2020 infatti il famoso Protocollo di Kyoto verrà rimpiazzato, e nel corso della prossima conferenza sul clima di Parigi (che andrà in scena a Dicembre) sarà necessario proporre soluzioni efficaci per scongiurare il rischio di un’apocalisse climatica.
La soluzione condivisa dai leader del G7 è quella di ridurre i gas serra: si tratta di un’ovvietà, una risposta elementare ma necessaria, che dovrà però essere solo un punto di partenza. Sarebbe deleterio infatti pensare che ciò possa bastare a risanare il pianeta. Tuttavia USA, Canada e Giappone hanno opposto qualche velleitaria resistenza inizialmente, fino a quando non si sono trovati a cedere di fronte all’insistenza degli altri Paesi. Meta dello sforzo internazionale sarà la riduzione delle emissioni tra il 40% ed il 70% entro il 2050.
La data fissata per l’ipotetico raggiungimento di un accordo che possa rivoluzionare l’economia globale, per escludere il carbone dalle materie prime utilizzate per la produzione di elettricità, è invece un vago “entro fine secolo“.