Un coordinatore logistico della Jaguar Land Rover è stato condannato da una corte inglese per aver falsificato centinaia di firme su moduli di ordine con lo scopo di rubare parti di automobili dal valore complessivo di diversi milioni di euro, per poi rivenderle ad un prezzo ridotto sul mercato nero.
Simon Wensley avrebbe utilizzato i soldi così ricavati per estinguere il proprio mutuo e finanziare per la sua famiglia una vita da jet-set, con tanto di frequenti viaggi intorno al mondo. L’uomo è stato accusato di aver rubato dalla fabbrica della Jaguar a Conventry, dove lavorano oltre 4mila persone, più di cinquemila componenti prima di essere stato scoperto. Se non fosse stato per un passo falso di Wensley, cioè aver fatto richiesta di un tipo di motore che non viene prodotto da anni, la sua truffa avrebbe potuto andare avanti ancora per molti anni a venire.
Si calcola che le componenti originali e di alta qualità rubate dal 55enne abbiano un valore complessivo di oltre 2,2 milioni di sterline, cioè quasi tre milioni di euro, che venivano poi rivendute ad una frazione del loro costo reale a garage o installatori locali.
Il giudice Andrew Lockhart, che ha condannato l’uomo 5 anni di prigione, ha detto: “Hai detto alla gente che potevi ottenere parti di alta qualità a basso costo, il tuo furto è stato costante. Ai garage senza scrupoli serviva una persona come te, uno all’interno.” Il giudice ha descritto il furto come “sconcertante“, aggiungendo che i metodi di Wensley erano “sistematici, persistenti e cinici.”
L’uomo avrebbe iniziato la sua truffa dopo pochi giorni dopo aver riottenuto il proprio posto di lavoro nello stabilimento dopo un licenziamento. Simon venne a sapere della richiesta da parte di piccole officine locali di parti di valore per le Jaguar a basso prezzo, un mercato che il padre di tre figli è stato più che felice di riempire.
Considerato un impiegato modello ed altamente affidabile, Wensley era riuscito ad ottenere una posizione di cui poteva approfittare per rubare le parti di automobili. A Simon bastava inviare ordini fasulli con firme false agli impianti di produzione per riuscire ad ottenere le parti da rivendere.