La Tunisia continua nella sua caccia agli attentatori della strage del Museo del Bardo, che per il Paese africano ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta nella lotta al terrorismo: mai fino ad allora, infatti, l’Isis aveva colpito così duramente in Tunisia. Tutt’al più i fondamentalisti islamici si erano limitati a qualche sporadico attentato nelle zone montuose e periferiche della nazione. Ma con la Strage del Bardo, è cambiato tutto: è stata colpita Tunisi, capitale e cuore del Paese, e dei 24 morti registrati (attentato più sanguinoso mai registrato nella storia della città) 21 erano turisti.
Il turismo è fondamentale per l’economia del Paese, che grazie a questa risorsa ha saputo riprendersi dalla depressione post-rivoluzione, ed il Museo del Bardo nello specifico è il più antico polo museale di tutta l’Africa; inoltre, ospita la più vasta collezione di mosaici del mondo intero. Per questo la reazione da parte del governo di Tunisi si sta rivelando particolarmente feroce e (ed un filo frettolosa), al punto da rischiare di incorrere in abbagli e scambi di persone: l’Isis ha colpito la nazione al cuore, svegliando inevitabilmente lo spirito vendicativo dei tunisini, che ora non guardano più in faccia a nessuno.
Così dopo controverso caso di Abdelmajid Touil, ancora riguardo al quale continuano le indagini, è arrivata la comunicazione di un altro arresto da Tunisi: stavolta non in contumacia ma in patria. E’ stato infatti arrestato un altro presunto attentatore, anch’egli di origini marocchine, fermato sul suolo nazionale. A riferirlo è direttamente il Ministero dell’Interno, che ha reso nota anche l’identità del sospetto terrorista: il suo nome sarebbe Noureddine al-Naibi, e le manette attorno ai suoi polsi sono scattate la scorsa domenica, dopo il suo fermo in corrispondenza della frontiera di Ras Jedir.
Ras Jedir delimita il confine con la Libia, ed il sospettato è stato fermato prima che potesse espatriare. Le accuse che pendono sul capo di al-Naibi non sono ancora state rese note, si sa solamente che dall’intelligence tunisina viene ritenuto coinvolto nell’attentato al Museo del Bardo.