La Cina torna ad urlare contro l’Occidente, ma stavolta Chen non c’entra nulla. Il nuovo diktat del colosso asiatico in materia di politica estera è infatti l’ampliamento della propria influenza militare al di là dei confini marittimi prestabiliti. Insomma, la Cina sta ampliando il proprio raggio d’azione al di fuori del territorio cinese, “conquistando” per così dire spazi navali tecnicamente non assegnati ad alcuno Stato secondo le convenzioni internazionali.
La notizia non è di per sé una novità, poiché già recentemente c’erano state frizioni tra il governo di Pechino e Washington, a causa di un ricognitore statunitense che ha sorvolato una zona militare cinese, allo scopo di raccogliere informazioni riguardo alla nuova campagna espansionistica di Xi Jinping. Il governo cinese ha poi giustificato l’infrazione spiegando che presidiare le proprie acque territoriali non sia sufficiente alla prevenzione di eventuali minacce esterne. Per questa ragione, la Cina sta attuando un grandioso piano di protezione del mare aperto, che interesserà nello specifico il Mar Cinese meridionale.
Sono proprio quelle infatti le acque più “calde”, in quanto contese dagli altri Paesi confinanti. Per il controllo marittimo dei tratti non di propria competenza, la Cina ha già organizzato la costruzione di isolotti artificiali, atolli, basi navali e persino barriere coralline allo scopo di rendere l’intera zona una grande “base operativa militare” che risponderà direttamente a Pechino.
Nel frattempo, la Commissione centrale per la disciplina e l’ispezione del Partito Comunista ha lanciato un severo attacco nei confronti dei “compagni” cristiani. L’ultimo numero del bollettino interno dell’organo recita infatti: “Esiste un piccolo numero di persone che ha dimenticato la visione del mondo predicata dai teorici del comunismo. Queste persone si sono rivolte alla religione, e questo fatto ora crea seria preoccupazione”.
Tecnicamente in Cina vige la libertà di culto, anzi vi prosperano talmente tante religioni che, in una recente proiezione che tentò di stabilire l’andamento delle religioni nei prossimi decenni, la Repubblica Popolare Cinese è stata identificata come la più grande incognita del futuro. “Ora sono nel mirino della Commissione Disciplinare”, viene specificato nel già citato bollettino. Questo perché: “I funzionari comunisti non sono cittadini normali, ma combattenti per l’avanzamento della coscienza comunista”.