Caso Provvidenza Grassi: 12 richieste di rinvio a giudizio

Rinviati a giudizio i funzionari del CAS, colpevoli di non aver messo in sicurezza con gli opportuni sbarramenti quel tratto di strada potenzialmente pericoloso, nonostante preventive segnalazioni del personale

Caso Provvidenza Grassi: 12 richieste di rinvio a giudizio

Era la sera del 9 luglio 2013 quando Provvidenza Grassi lascia la casa del suo fidanzato e scompare da Rometta. Ci vollero sei mesi prima che il suo corpo venisse rinvenuto per puro caso da un operaio che doveva svolgere dei lavori presso una casa cantoniera ai piedi di una scarpata, proprio sotto la galleria Bordonaro. Inizialmente le indagini partirono a rilento, con la convinzione che Provvy – così la chiamavano tutti – si fosse allontanata volontariamente. Solo le insistenze dei familiari e, più tardi, la tragica scoperta della carcassa dell’auto e del suo povero corpo senza vita hanno dato un nuovo impulso agli accertamenti.

E’ di oggi la notizia che il Sostituto Procuratore Diego Capece Minutolo ha chiesto il rinvio a giudizio per dodici funzionari del CAS – Consorzio Autostrade Siciliane – con accuse che vanno dall’omicidio colposo all’omissione di atti d’ufficio. La ricostruzione effettuata dalla Polizia Stradale coadiuvata dal perito della Procura, l’ingegnere Andreas Pirri, ha portato alla conclusione che la povera ragazza abbia perso il controllo del mezzo e sia finita in fondo alla scarpata a causa della mancanza del guard rail in quel tratto della galleria. Di fatto, quindi, una mancanza di tutti coloro che devono controllare il buono stato delle strade soggette alla loro giurisdizione.

Quel che più fa riflettere è che il tratto di strada in questione era stato segnalato in passato proprio per la sua pericolosità. Risulta infatti una segnalazione dell’ANAS del febbraio 2006 ed una di poco successiva della Polstrada nell’ottobre dello stesso anno. Nonostante questi avvertimenti i soggetti preposti a predisporre tutti gli interventi necessari – gli stessi che oggi sono stati rinviati a giudizio – non hanno agito in alcun modo rifiutandosi di ottemperare ad un loro preciso dovere. Da qui la decisione delle Autorità, che hanno fissato l’udienza per il 23 giugno prossimo innanzi al Gip Maria Teresa Arena.

Il tutto comunque secondo gli inquirenti sarebbe da ricondursi ad una tragica fatalità, per contro i famigliari di provvidenza non hanno mai creduto ad un incidente dovuto ad un colpo di sonno ma sono certi che qualcuno abbia voluto la morte della loro amata figlia.

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