Reggio Emilia: “Senza utenze? Vi offro io la doccia”

Khadija Lamami, dopo che a centinaia di famiglie sono state tagliate acqua e gas, ha deciso di mettere a disposizione per chi ne avesse bisogno una doccia calda: "Questa non è la città che ha accolto me e la mia famiglia, 33 anni fa"

Reggio Emilia: “Senza utenze? Vi offro io la doccia”

L’Iren, da oltre un mese, ha staccato le utenze ai residenti di via Turri, a Reggio Emilia. E così Khadija Lamami, una ragazza reggiana di origine marocchina, ha deciso di mettere a disposizione la propria doccia per i residenti di quelle palazzine. E lo ha fatto tramite Facebook, con l’annuncio A.A.A. doccia calda offresi“Ho ricevuto tanto da questa città, da quando, oramai 33 anni fa, accolse me e la mia famiglia. Grazie al modo in cui sono stata accolta oggi sono una persona che vuole, che sente come suo dovere, restituire quanto ricevuto alla sua comunità“. Sono queste le parole utilizzate da Khadija sul suo gruppo Facebook, che in pochi giorni ha già un centinaio di iscritti.

Sono 397 le famiglie che, nella zona stazione di Reggio Emilia, sono rimaste senza utenze, a causa di morosità relative al periodo tra il 2008 e il 2014, che avevano raggiunto quasi 2 milioni di euro. Dei dieci condomini da 50 appartamenti coinvolti (522 utenze), solo due hanno deciso di trovare un accordo con l’Iren. Per le altre 1.200 persone, invece, dopo un razionamento invernale sono state isolate da acqua e gas. Il paradosso è che, trattandosi di impianti condominiali centralizzati, sono rimasti senza acqua e gas anche coloro i quali erano in regola con le bollette.

E così, è partita la corsa alla solidarietà, in cui Khadija Lamami ha voluto fare la sua parte, offrendo una doccia calda a chiunque ne avesse bisogno“Spero che questo mio gesto serva a dimostrare che chi viene accolto bene, poi restituisce il bene. Quando ho saputo dei distacchi, mi sono detta che questa non era la città che ha accolto me e la mia famiglia 33 anni fa, e ho deciso di fare qualcosa. Il Comune, comunque, dovrebbe dare risposte diverse. Quando ero bambina, c’era sempre una mano tesa per i bisognosi”.

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