“Ha un’indole estremamente violenta […] Può commettere gravi atti della stessa specie”. Con queste motivazioni il Gip Donatella Banci Buonamici ha sancito la conferma della reclusione in carcere per Marco Ventura, il ragazzo arrestato questa mattina dopo il pestaggio di un agente di polizia, avvenuto in occasione del corteo No Expo risalente allo scorso venerdì 1° Maggio. Ventura, 28enne residente a Rho, nella periferia milanese, è un pregiudicato che ha già collezionato diversi precedenti penali, e sembrerebbe essere particolarmente vicino agli ambienti anarchici di Milano.
Durante la protesta No Expo del 1° Maggio, a causa della degenerazione del corteo per via degli scontri tra poliziotti e black block, Marco Ventura era tra coloro che pestarono il vice questore Antonio D’Urso, mentre questi era nel pieno svolgimento delle proprie mansioni quale ufficiale di polizia. Al giovane sono stati imputati i reati di lesioni aggravate e resistenza aggravata, ed il Gip ha quest’oggi comunicato che non ci sarà alcun rilascio, in quanto lo scenario è sufficientemente chiaro da poter trattenere Ventura in carcere.
Risulta essere indagato per lo stesso fatto anche un altro ragazzo di 25 anni, considerato complice di ventura nel commettere il pestaggio. Agli atti sono state presentate anche delle foto che ritraggono in maniera incontrovertibile Marco Ventura nell’atto di pestare D’Urso, il quale se l’è comunque cavata senza riportare gravi conseguenze. Tra gli aggressori mancherebbe comunque una terza persona, ancora non identificata.
Bruno Megale, dirigente della Digos di Milano, ha reso noto che “L’assalto del 1° Maggio era stato pianificato da almeno sei mesi”, e che i black block infiltrati tra i “No Expo” si erano quindi attentamente preparati per presentarsi al meglio in occasione degli scontri, che avevano già deciso in precedenza dovessero avvenire. Un’ennesima occasione persa per i manifestanti pacifici, oramai puntualmente soverchiati dalla violenza degli estremisti, che non perdono occasione per far degenerare ogni singolo corteo, vanificando gli sforzi di chi si batte con intelligenza per migliorare le condizioni del Paese.