Se il Senato il 27 novembre voterà la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, al Cavaliere, in Parlamento dal 94’, spetterà una liquidazione pari a 180mila euro.
“Uno scandalo e una beffa inaccettabile”, secondo la senatrice del M5S Paola Taverna, che ha chiesto l’intervento del presidente del Senato Pietro Grasso, affinché la somma non venga mai versata. “Ove il senatore Berlusconi dovesse essere dichiarato decaduto – ha aggiunto – il Senato, a seguito di una sentenza definitiva per frode fiscale, dovrà indennizzare il senatore Berlusconi di 180mila euro, perché in carica parlamentare sin dal 1994”.
Di diverso avviso Matteo Renzi, candidato alla segreteria del Pd, intervistato da Radio Capital: “Se deve averla perché deve averla, se la prende”, perché sono le regole del Senato, e “non si cambiano le regole in corsa”, ha detto il sindaco di Firenze, aggiungendo poi che “il problema” legato a Berlusconi non sta nella sua liquidazione, ma nei suoi venti anni di “occasioni perdute per il Paese”.
Continuano intanto i tentativi di prendere tempo da parte dei fedelissimi del Cavaliere, in modo da allungare i tempi del Senato e far slittare il voto sulla decadenza.
Infatti, quattro mozioni verranno presentate in Aula il 26 novembre e, su ognuna di queste, Forza Italia chiederà il voto dell’Assemblea.
Inoltre Maurizio Gasparri intende convocare un nuovo Consiglio di presidenza “per verificare le gravi irregolarità avvenute nella camera di consiglio della Giunta delle elezioni lo scorso 4 ottobre”. Sotto accusa il post contro Berlusconi pubblicato sul profilo Facebook di Vito Crimi mentre era in corso la riunione che doveva decidere del destino dell’ex premier da senatore.