In un periodo di grande crisi per tutti gli italiani, e con le continue polemiche per i guadagni della ‘casta’, arriva da Sergio Mattarella il buon esempio. In una nota diramata dal Quirinale, infatti, si specifica come Mattarella abbia dato disposizione per lui e per tutto il suo staff “l’introduzione del divieto di cumulo delle retribuzioni con trattamenti pensionistici erogati da pubbliche amministrazioni”. Per quel che riguarda Mattarella stesso, in pratica, la sua pensione da docente universitaria sarà sottratta dal suo stipendio di Presidente della Repubblica.
Mattarella, inoltre, ha anche disposto “l’applicazione, all’interno della Presidenza della Repubblica del tetto alle retribuzioni previsto dalla legge per i pubblici dipendenti“. Il 27 febbraio, Mattarella ha disposto “la riduzione dell’assegno a lui spettante per legge, in corrispondenza dell’ammontare del suo trattamento pensionistico”, già previsto dalla legge 27 dicembre 2013 n. 147, art.1, comma 489, che però non riguardava gli organi costituzionali. Mattarella, in sostanza, ha esteso la legge anche agli organi della Presidenza della Repubblica.
Il Quirinale ha voluto specificare che “con l’introduzione del divieto di cumulo nell’ambito della presidenza della Repubblica, diversi consiglieri del capo dello Stato svolgono le loro funzioni senza alcun compenso, mentre per altri il compenso risulta fortemente ridotto“.
Ovviamente, lo scopo di queste disposizioni è quello di risparmiare sui conti pubblici. Ma non solo. Il divieto di cumulo tra pensione e retribuzione per chi ha incarichi pubblici, era definito dai tecnici “un segnale forte all’opinione pubblica di eliminazione di privilegi percepiti come insostenibili“. Un gesto importante, quindi, che altro non è che un’applicazione pratica di uno dei punti che erano previsti dal piano Cottarelli per la spending review, che riguardava coloro che percepiscono una pensione dallo Stato, e che si trovano a svolgere incarichi di governo o, comunque, incarichi istituzionali.