Aveva 14 anni, era affetta da fibrosi cistica ed aveva commosso tutto il Cile chiedendo di poter “Rimanere addormentata per sempre”. Il suo nome era Valentina Maureira, e la notizia della sua morte sta facendo il giro del mondo in queste ore, vista l’attenzione mediatica che si era scatenata attorno al suo caso in patria; una vicenda che ha finito ben presto per varcare i confini nazionali, proprio per via del fatto che l’eutanasia è un tema di fortissima attualità. Tanto più se a richiederla è una ragazzina di soli 14 anni.
Valentina era affetta da fibrosi cistica, una malattia genetica autosomica recessiva mortale, per la quale ancora oggi non esiste alcuna cura. Per questo la giovane paziente aveva lanciato un accorato appello al Presidente Michelle Bachelet, affinché le fosse concesso di andarsene in pace, liberandosi dalle terribili sofferenze di un destino crudele, che non le avrebbe lasciato alcuna via di scampo. La vita di Valentina era infatti già segnata: sapeva che non avrebbe potuto fare altro che rimanere lì, in attesa di una morte sempre più vicina, man mano che i dolori e le incapacitazioni aumentavano.
Poi però, la svolta: “Non voglio più morire”. Non si era trattata di una scelta dovuta alla paura, di un ripensamento relativo ad un qualche senso di “attaccamento alla vita”, quanto piuttosto di una questione molto più ampia ed ammirevole: le dichiarazioni di Valentina riguardo l’eutanasia avevano scatenato un feroce dibattito in tutto il Cile, tra chi era a favore e chi sosteneva invece la propria contrarietà a questa pratica. Il video nel quale chiedeva di poter morire era infatti diventato virale, e Valentina era stata eletta, suo malgrado, la “voce” di tutti i ragazzi affetti da questa terribile malattia, dei quali il mondo preferiva non accorgersi.
Ma l’immagine di Valentina era diventata troppo importante, troppo presente per poter essere ignorata. E dava visibilità a tutti coloro che condividevano la sua stessa, triste sorte. Per questo durante un incontro con Bachelet, avvenuto a febbraio, la giovane aveva chiesto al Presidente del Cile ospedali migliori per la cura dei bambini malati di fibrosi cistica, maggiore assistenza per i pazienti e per le loro famiglie, ed aveva inoltre fatto richiesta di sovvenzioni per poter girare un film e scrivere un libro sulla sua storia.
“E’ stata la gente a portarmi a ripensare alla mia decisione” aveva dichiarato la giovane. Perché per quanto intendesse far cessare quelle atroci sofferenze, oramai non si trattava più solo di lei, ma delle migliaia di persone che si era ritrovata a rappresentare. Era diventata un’icona, e nonostante i soli 14 anni, era riuscita a prendere una decisione straordinaria: nonostante il suo supplizio, avrebbe ritardato il suo appuntamento con la morte il più possibile, per non abbandonare chi vedeva in lei l’unica speranza per un futuro migliore.
Ma la natura non guarda in faccia a nessuno, né al coraggio né alla gioventù. Così le condizioni di Valentina si sono irrimediabilmente aggravate, fino a condurla all’inevitabile trapasso. “E’ partita” ha reso noto il padre, ricordando poi con fierezza le “tante cose fatte” dalla sua bambina, che a 14 anni rinunciò all’eutanasia per rendere il mondo un posto migliore.