Prosegue la marcia funebre dell’Isis, orientata verso la distruzione di tutto ciò che gli invasati islamisti non reputano degno di esistere; il che si riconduce grossomodo a loro stessi, agli eventuali stupratori/torturatori/assassini al loro fianco (purché altrettanto fanatici), ed a tutto ciò che possa rispecchiare la loro visione dell’Islam. Questa volta nel mirino degli allucinati terroristi è finita Palmira, storica città siriana dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. A lanciare l’allarme riguardo a questa nuova minaccia è stato l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Le intenzioni dell’Isis di devastare Palmira sono sorte in seguito alla sconfitta dei soldati di Bashar al Assar, dapprima stanziati proprio in corrispondenza dell’importantissimo sito archeologico. Proprio Rami Abdel Rahman, direttore dell’organizzazione non governativa in questione, ha infatti affermato che: “Palmira è minacciata, l’Isis ha conquistato tutte le posizioni dell’esercito” situate tra la città, che conserva testimonianze di valore inestimabile, ed Al-Sukhnah, caduta in mano ai terroristi lo scorso mercoledì.
Palmira è considerata uno dei siti archeologici più importanti del Medio Oriente, e fu un tempo un imprescindibile centro carovaniero per viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo: il suo “snodo” permetteva infatti di mettere in comunicazione tra loro l’Impero Romano d’Occidente alla Mesopotamia, alla Persia, all’India ed alla Cina; a tal punto che la città aveva assunto il nome di “Sposa del deserto”, tanto era importante il suo ristoro per i viaggiatori che intendevano intraprendere quelle vie commerciali.
Palmira è piena di reperti e monumenti appartenenti ai periodi storici più disparati, e sarebbero tutti in gravissimo pericolo ora che l’Isis incombe su di essi. Maamoun Abdulkarim, direttore delle antichità siriano, ha poi reso noto che: “Se la città cade, sarà una catastrofe internazionale, una ripetizione delle barbarie e dei saccheggi che abbiamo visto a Nimrud, Hatra e Mosul” .