Diventa sempre più tragico il bilancio del rogo che ha distrutto una fabbrica di infradito a Valenzuela, nell’area metropolitana di Manila, nelle Filippine: secondo gli ultimi aggiornamenti infatti (rilasciati da Rexlon Gatchalian, il sindaco di Valenzuela), sarebbe salito a 72 il numero dei morti causati dall’incendio; la maggior parte dei decessi sarebbe stata causata dai fumi velenosi prodotti dalla combustione dell’ingente quantità di prodotti chimici presenti nello stabile.
Stime catastrofiche, rese ancora più difficili da comprendere da un inquietante particolare, emerso nel corso delle indagini: le finestre al piano superiore della fabbrica sarebbero infatti risulate sigillate da pesanti sbarre di ferro e recinzioni di filo spinato.Più che un posto di lavoro insomma, si trattava di un carcere per i poveri operai, costretti a soccombere dinanzi alle fiamme ed al denso fumo tossico che li ha soffocati senza possibilità di sfuggire all’orrore.
I media locali riferiscono inoltre che il bilancio di 72 vittime potrebbe essere ritenuto definitivo, poiché il numero dei morti corrisponde esattamente a quello dei dispersi: secondo un rapido censimento dei sopravvissuti dunque, sarebbe stata appurata la sorte di ogni persona presente sul luogo del disastro. Tutto ha avuto luogo attorno mezzogiorno (6:00 ora italiana), quando un’altissima colonna di fumo nero si è elevata da uno dei grigi edifici della zona industriale di Valenzuela, corrispondente alla fabbrica di infradito.
La suddetta fabbrica, articolata su due piani, risulta essere di proprietà della Kentex Manufacturing Inc. G., ed è bruciata per più di cinque ore prima che i soccorritori riuscissero a domare l’incendio. La maggior parte dei corpi carbonizzati sono stati ora ritrovati ammassati l’uno sull’altro presso il secondo piano, ed è proprio qui che si concentreranno ora le indagini: le finestre sprangate hanno infatti reso impossibile agli operai il poter uscire da quell’inferno.
“Incrimineremo chiunque sarà individuato come responsabile per quanto accaduto” ha poi riferito Leonardo Espinosa, vicecapo della polizia locale. Rimangono ancora da chiarire le cause che hanno dato il via al rogo che ha devastato la fabbrica.