Israele: Netanyahu forma il nuovo governo fascista di Tel Aviv

Il Premier d'Israele Benjamin Netanyahu ha formato il nuovo governo: con l'introduzione nella maggioranza di Naftali Bennett, "il fascista che fa sembrare Marine Le Pen una comunista", sarà una coalizione di estrema destra

Israele: Netanyahu forma il nuovo governo fascista di Tel Aviv

Si è finalmente delineato quello che sarà il nuovo governo israeliano capeggiato da Benjamin Netanyahu: a 42 giorni dall’inizio delle trattative, il Premier di Israele è riuscito nel suo intento di dar forma alla sua maggioranza, conquistando il risicatissimo vantaggio di 61 parlamentari sui 120 disponibili. Sarà un governo fortemente orientato verso l’estrema destra, quello di Netanyahu, che è riuscito a risolvere l’intricata situazione grazie agli otto seggi donati da Naftali Bennett, leader del partito nazionalista Casa Ebraica. Bennett non gode esattamente di ottima fama in patria: basti pensare che viene ritenuto troppo estremista persino dagli stessi cittadini israeliani; gli stessi che pur eleggendo Netanyahu, hanno dato un forte segnale di quanto il Paese intenda mantenere la sua inesorabile deriva verso il nazionalismo.

Con tutte le conseguenze del caso sullo scacchiere politico internazionale. Il leader di Casa Ebraica, tuttavia, rappresenta indubbiamente uno dei politici più carismatici dell’intero Paese: 43enne padre di quattro figli, figura tra gli uomini più ricchi di Israele, grazie alla compagnia hi tech Cyota fondata nel lontano 1996, quando Naftali aveva solo 24 anni. Funambolico genio delle strategie di marketing elettorale, Bennett non ha mai nascosto le sue forti ideologie ultranazionaliste, rimanendo sempre fedele allo stereotipo dell’israeliano “moralmente e religiosamente superiore”, in quanto esponente per diritto di nascita del cosiddetto Popolo Eletto.

Iconica sotto questo aspetto la sua massima: “Non c’è spazio nella nostra piccola ma stupenda Terra dataci da Dio, per un altro Stato”. Il riferimento è ovviamente allo Stato palestinese, conquistato politicamente e militarmene dagli israeliani grazie alle concessioni dell’ONU del 1947, ed alle numerose guerre arabo-israeliane che seguirono. Zeev Sternhell, ex direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Ebraica di Gerusalemme, disse di lui: “Rispetto alle idee di cui Bennett è portatore, Marine Le Pen appare una pericolosa gauchiste (simpatizzante di sinistra, ndr). Tanto basta a ricalcare perfettamente l’immagine del personaggio in questione.

Non sono mancate intanto le critiche rispetto al nuovo governo d’ispirazione puramente fascista voluto da Netanyahu: il negoziatore palestinese Saeb Erekat ha infatti dichiarato, in merito a questa nuova coalizione: “Appare estremista, è infatti basata sull’avversione alla pace ed alla stabilità nella regione”. Ad ogni modo, in molti si sono già domandati come potrà, il Premier d’Israele, governare con un solo parlamentare di maggioranza (un vantaggio che alcuni quotidiani locali hanno già ribattezzato “anoressico”).

Gli scenari plausibili per il futuro di questo nuovo Israele ultranazionalista sembrano dunque incerti: c’è chi pensa all’ingresso nella coalizione di Yair Lapid o di Herzog (con un decisivo cambio di rotta), e chi addirittura scommette sul fatto che il governo collasserà da sé a breve, e saranno necessarie nuove elezioni. Que sera, sera. Ma la fretta di dover chiudere (il tempo limite per la formazione del nuovo governo scadeva infatti a mezzanotte), rischierà di rivelarsi una pessima consigliera per il Premier d’Israele; arrivato sì al suo quarto mandato consecutivo, ma a quale prezzo? Come sempre accade, sarà la Storia a rivelarlo.

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