L’Isis non smette mai di far parlare di sé, nemmeno quando gli argomenti di conversazione in questione sono ben altri. Un po’ come quel petulante conoscente che tutti s’ha avuto, almeno una volta nella vita, e che avverte la disperata necessità di inserirsi in ogni singolo discorso. Manie di protagonismo, proprie solitamente di chi non si sente considerato a sufficienza. Ma nel caso dei fanatici dell’Isis, le manie di protagonismo vengono elevate ben oltre il semplice disagio, arrivando al fanatismo, al punto più basso che mente umana possa giungere a sfiorare.
Quello in cui si ammazza, si stupra e si tortura, al solo scopo di ricevere un poco d’attenzione. In questo caso, i sedicenti “martiri della Jihad” se la sono presa con le elezioni nel Regno Unito, auspicando attentati proprio nel periodo elettorale. L’invito dei fondamentalisti islamici, rivolto ai propri foreign fighters in loco, è proprio quello di attaccare direttamente i seggi elettorali, ed è puntualmente arrivato alla vigilia della loro apertura.
Purtroppo, per come ci hanno abituati negli ultimi anni, risulta davvero difficile capire quando l’Isis le spara grosse solo per fare del semplice sensazionalismo, e “gasare” così i propri sostenitori con dichiarazioni parzialmente o totalmente fasulle, cercando al contempo di intimorire i propri nemici (il che ricorda molto la maniera di fare propaganda di Goebbels ai tempi del Terzo Reich), e quando invece il pericolo può effettivamente dirsi reale. Fatto sta che ad onor del vero, quattro cittadini britannici sono stati tratti in arresto dall’antiterrorismo presso l’aeroporto Gatwich di Londra, dopo essere tornati da un viaggio in Turchia.
Resta da approfondire se i quattro sospettati abbiano davvero legami con l’Isis o meno; ma nel frattempo Ezzedine al-Awami, ambasciatore libico in Italia, ha avuto avvertimenti anche per il nostro Paese: “Dico a voi italiani, che la minaccia dell’Isis contro Roma è da prendere sul serio, perché questi terroristi sono persone votate al suicidio, gente senza scrupoli. Abbiamo un avversario comune da combattere”.