Anchorage, la più grande città dell’Alaska, è ancora sconvolta dal brutale omicidio avvenuto alle prime ore della scorsa domenica, quando un uomo di 33 anni è stato assassinato a coltellate a sangue freddo. La vittima, Paolo Grassi, era originaria di Varese, e viveva in Alaska oramai da diversi anni. Secondo gli inquirenti Grassi sarebbe stato aggredito ed ucciso attorno alle 3:30 di domenica mattina (ora locale) da Alvin Rodriguez Moya, un 40enne di origini sudamericane; Moya avrebbe poi tentato di togliere la vita ad una seconda persona che si trovava con Grassi al momento dell’omicidio, una donna di 56 anni la cui identità non è ancora stata resa nota.
Quest’ultima, grazie ad un tempestivo ricovero in ospedale, è riuscita a sopravvivere all’accoltellamento. Ma per Paolo Grassi, ex parà del famoso reggimento di paracadutisti Folgore, non c’è stato nulla da fare: le ferite inferte si sono rivelate troppo gravi. L’omicidio è avvenuto in corrispondenza dell’abitazione della vittima a Penland Parkway, e la notizia ha subito raggiunto i familiari di Grassi, residenti a Biumo Inferiore. L’uomo era andato a vivere in Alaska dopo aver conosciuto un’americana in quel di Pisa: era subito scattata la scintilla e lui, desideroso di seguire il suo grande amore, aveva deciso di trasferirsi negli Stati Uniti.
Una volta lì, Grassi si era arruolato nell’esercito americano, e stando a quanto ad alcuni documenti citati dal Cinquequotidiano prestava servizio presso Forte Richardson. Le indagini sulla vita di Paolo Grassi hanno rivelato che l’uomo aveva molti amici ispanici, ma non è ancora chiaro se Moya, il suo assassino, fosse uno di questi. Sebbene non siano ancora state chiarite le circostanze dell’omicidio, a partire dal movente, si suppone che quest’ultimo possa essere di natura passionale. Le indagini sono tuttora in corso, e la Farnesina segue la situazione molto da vicino.