MILANO. Il mercato obbligazionario italiano viaggia in negativo, che ricalca l’andamento dell’intero comparto dei titoli di Stato della zona euro. Si va avanti dunque con il movimento di correzione innescato la settimana scorsa dopo la lettura del deludente PIL americano, dall’outlook più cauto di Federal Reserve rispetto ai tempo di un rialzo dei tassi e dell’emergere di segnali di ripresa dell’inflazione dell’Euro zona. Vi è per molti una sorta di repricing o riprezzamento di tutti i titoli di stato europei e i BTP non fanno eccezione. I volumi di questi sono molto contenuti vista la chiusura della piazza di Londra. I primi segnali di ripresa dei prezzi nella zona dell’Euro, confermati proprio oggi dalle indagini congiuturali dell’attività della manifattura, inducono alcuni a ripensare e riorganizzare la propria strategia sui titoli di Stato.
Anche se solo dopo due miseri mesi di vita, la chiusura del programma di acquisto di titoli, non è un gran argomento all’ordine del giorno, poiché il rendimento decennale tedesco è salito oltre lo 0,40%, portandosi livelli antecedenti l’avvio del quantitvative easing il 9 marzo scorso, come il tasso del nuovo benchmark italiano giugno 2025, che vede la cedola a 1,5%, che sale a 1,53%, sui massimi di fine febbraio. Da notare che non si registrano particolari scostamenti con il tasso del BTP dicembre 2014, con cedola a 2,5%, benchmark fino a giovedì scorso, che offre un rendimento analogo a quello sul nuovo titolo di riferimento.
Lo spread tra decennali italiani e tedeschi è più o meno stabile dalla chiusura di giovedì, con l’ultima seduta avuta in quel giorno per il ponte del primo maggio con 112 punti base in area. Resta sul radar degli investitori la situazione della Grecia, impegnata ormai da tre mesi a negoziare con i creditori internazionali un pacchetto di riforme e il sblocco degli aiuti che verrebbe di conseguenza, senza i quali c’è il rischio di non rimborsare la rata da 750 milioni di un prestito ricevuto dal Fondo monetario internazionale.