Expo 2015: ecco il racconto degli scontri

Il cuore della città messo in ginocchio da 500 incappucciati. Più che all'inaugurazione dell'Expo sembrava di assistere a scene di guerriglia urbana. E la polizia, per evitare un bilancio peggiore, 'scortava' i black bloc

Expo 2015: ecco il racconto degli scontri

Un’ora di scontri, cinquecento ‘incappucciati’. Ma tanto basta per mettere la Milano dell’Expo in ginocchio, devastata tra via Carducci e via Pagano, a pochi passi dalla chiesa di Santa Maria della Grazia e dal collegio San Carlo, dove vanno i rampolli della Milano bene. La scena simbolo di questa devastazione è la foto che vi proponiamo poco più su, quella dei panni neri gettati a terra dai ‘black bloc’, per poi potersi confondere tra la folla.

Un’azione perfetta, da un punto di vista strategico, proprio come al G8 di Genova: nessuno scontro frontale, solo distruzione di tutti i ‘simboli’ del capitalismo. Uno scenario simile a quello che avvenne il 18 marzo 2015 a Francoforte, dove veniva inaugurata la nuova sede della Banca Centrale Europea. I fermati? Solo una decina, tutti italiani. Le auto bruciate? Quattordici. E in effetti, la strategia dichiarata della procura di Milano era quella di tutelare l’incolumità dei cittadini, a costo di danni anche ingenti, come poi è avvenuto.

Tutto comincia in via De Amicis, quando i ‘neri’ si ricompattano, e cominciano ad uscire fuori mazze e martelli, per sfondare tutto quello che capita a tiro, mentre il cordone di bastoni li protegge. Ma è all’incrocio con via Magenta che comincia la guerriglia urbana: prima contro il bar Magenta, poi contro le sedi del Banco Desio e Cariparma. Coi fumogeni comincia ad essere impossibile respirare.

Si arriva in piazzale Cadorna, si va in direzione via Pagano, passando per via Boccaccio: e via di auto bruciate, vetrine sfondate, mentre il reparto celere ‘accompagna’ i manifestanti, non abbozzando cariche, perché così è stato deciso. Si accendono fumogeni bianchi, che si mischiano a quelli neri delle auto in fiamme: è qui che i neri si dileguano. Un’azione studiata nei minimi dettagli. Così come quella dei dirigenti di polizia, che hanno ‘sacrificato’ una città in nome dell’Expo.

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