Due sì in meno (350 contro i 352 di ieri), ma calano ancor di più i no (193 di oggi rispetto ai 207 di ieri) nel secondo voto di fiducia all’Italicum, sull’articolo 2 della riforma elettorale. Tra meno di un’ora, si voterà invece l’articolo 4: impossibile che il premier Renzi non ottenga la fiducia anche stavolta. Proprio come ieri, invece, non sembra volersi ricucire lo strappo all’interno della maggioranza Pd, con alcuni big del partito che, proprio come ieri, hanno disertato il voto: parliamo dell’ex segretario democratico Bersani, di Cuperlo e dell’ex premier Enrico Letta. Il vicesegretario Lorenzo Guerini, afferma che “Lavoreremo nei prossimi giorni per ritrovare la compattezza. Ce lo chiedono gli elettori e i militanti. Ma non c’è il diritto di una esigua minoranza di porre i veti“.
“Il voto di fiducia è una risposta a chi vorrebbe usare il voto segreto per far cadere il governo”, afferma Angelino Alfano, leader del Nuovo Centro-Destra, che difende la scelta di Matteo Renzi di ricorrere al voto di fiducia per l’approvazione dell’Italicum: “Chi abusa del voto segreto, non si deve meravigliare che il governo usi la fiducia come risposta”. Va più cauta la presidente della Camera Laura Boldrini, che spiega che “Come presidente non posso certamente farmi guidare dai miei convincimenti di merito o da valutazioni di opportunità. Prima viene il rispetto delle regole di funzionamento della Camera”; riguardo alla fiducia sull’Italicum, sostiene che “Tra le materie sulle quali non può essere posta la questione di fiducia non figura quellaDai toni decisamente più accesi è il commento di Matteo Salvini, il segretario della Lega Nord: “Vedi di esultare quando diminuiranno tasse, disoccupazione e povertà in italia, non per la tua legge salva-poltrona!“, rivolgendosi ovviamente al premier Renzi.
Il voto finale dell’Italicum, originariamente previsto per martedì 5 maggio, verrà invece anticipato a lunedì 4 maggio, a causa dei possibili disagi dello sciopero contro il ddl scuola del giorno dopo.