La Terra potrebbe venire colpita da un asteroide grande quanto la statua della libertà nel 2017: è questo l’allarme che arriva dall’Osservatorio McDonald dell’Università del Texas, riportato ieri da alcuni dei maggiori quotidiani internazionali. A ed evidenziare il pericolo è stata la dottoressa Judit Györgyey Ries, l’astronoma che per prima ha scoperto che il corpo celeste in questione potrebbe essere di fatto in rotta di collisione con il nostro pianeta. Il nome dato dagli scienziati all’asteroide incriminato è Asteroid 2012 TC4; si tratta di un gigante potenzialmente largo fino a 40 metri che, secondo le stime, porterà ad una catastrofe ben maggiore rispetto a quella provocata dalla Meteora di Čeljabinsk (la quale misurava “solo” 15 metri di diametro) che esplose nei cieli della Russia nel 2013, provocando danni a circa 1.200 ospedalizzazioni. L’entità dell’esplosione generata dalla deflagrazione del corpo celeste a contatto con l’atmosfera, fu allora stimata in 500 chilotoni.
A stemperare gli animi sono arrivate le dichiarazioni di Detlef Koschny, ingegnere aerospaziale a capo del programma “near-Earth objects” dell’Agencia Spaziale Europea, che ha spiegato come ci sia “soltanto una possibilità su un milione che (l’asteroide) ci colpisca”. Sebbene si stimi che almeno una volta l’anno un corpo celeste del diametro variabile tra i 5 ed i 10 metri entri in collisione con l’atmosfera terrestre, infatti, il contatto con oggetti del diametro di circa 40-50 metri avviene mediamente una volta ogni migliaio d’anni.
Le stesse dimensioni dell’asteroide in questione sono tuttora oggetto di dibattito tra gli scienziati: “La sua misura è stata stimata in base alla luminosità, ma non conosciamo la sua riflettività. Quindi potrebbe essere più grande o più piccolo, tra i 10 ed i 40 metri” ha spiegato lo stesso Koschny, il quale ha poi aggiunto: “Un oggetto di ferro di 40 metri, passerebbe oltre l’atmosfera terrestre generando un cratere; un oggetto di 10 metri fatto di roccia, potrebbe a malapena essere notato da qualcuno”. Insomma, l’effettiva portata della minaccia è ancora tutta da stabilire, e dipende prevalentemente dalla composizione dell’asteroide incriminato, non ancora nota agli studiosi.