Ottimi risultati per la ‘Pet Therapy’: curati dagli animali

Sentiamo spesso parlare di 'Pet Therapy', ma pensiamo che tutto si risolva in un semplice interagire con degli animali: non è così. Ci sono ormai precisi protocolli da seguire, differenziati in base alla patologia e all'animale di supporto.

Ottimi risultati per la ‘Pet Therapy’: curati dagli animali

Il termine fino ad ora usato di ‘Pet Therapy‘, anche se fa immediatamente comprendere l’argomento, è però insufficiente per abbracciare tutti i campi in cui la presenza di un animale è parte attiva nella terapia prescritta. accarezzare un cane o un gatto abbassa i livelli della pressione arteriosa, riduce gli stati depressivi di controllo dell’ansia e costituisce un supporto alle terapie psicomotorie dopo interventi chirurgici, ortopedici, anche gravi.

La presenza degli animali aumenta l’autostima dei pazienti disabili

Si è sperimentato che i bambini con lievi forme di autismo o affetti da disabilità pronunciano le loro prime parole nel dare una comando al cane e, abituati ad essere essi stessi soggetti passivi di cura, accrescono la loro autostima nel verificare l’obbedienza dell’animale e nel prendersi cura delle sue necessità.

L’accudimento ad un altro soggetto animato, aumenta le capacità di deambulazione degli anziani e induce i soggetti predisposti alla depressione ad avere stimoli di attività fisica e psicologica. Persino in alcuni casi di bullismo nelle scuole la presenza di un animale ha visto ridurre i livelli di aggressività dei ragazzi.

Con gli animali si fanno interventi terapeutici, ma anche attività sociali e ricreative” sono le aprole della dottoressa Sabrina Artale, medico e istruttore cinofilo presso la onlus Aieccs (Associazione Internazionale Educazione Cinofila e Cani Sociali n.d.a.), soprattutto nelle terapie con i bambini con bisogni educativi speciali, definiti Bes.

Grazie all’interazione con gli animali si è visto un miglioramento anche nelle dipendenza da alcol e droga e un sensibile aiuto nel lavoro degli operatori sociali com i detenuti. Particolare attenzione va dunque alla scelta dell’animale da utilizzare come partecipe attivo nella cura. In questo ambito l’animale scelto non è più un soggetto passivo della cura, ma diviene egli stesso attore e mediatore nel processo di guarigione.
Di conseguenza gli operatori e gli addestratori degli animali usati nella pet therapy devono essere formati e fortemente motivati per questo delicato compito che li vede presenze attive in due direzioni, verso il malato e verso il soggetto animale.

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