Fecondazione eterologa: un bimbo, tre genitori

Gran Bretagna: la fecondazione eterologa prevede ora un terzo donatore per prevenire malattie mitocondriali. In Italia si discute invece ancora sulla normativa e sulla legittimità di questa pratica che farebbe sperare migliaia di coppie.

Fecondazione eterologa: un bimbo, tre genitori

La Gran Bretagna inizia la discussione a proposito della fecondazione eterologa che prevede la nascita di un bambino da tre genitori. Un’ipotesi, questa, che necessita ancora di ulteriori studi prima di finire in Parlamento; ipotesi che in ogni caso sarà prevista solo in caso di presenza di malattie mitocondriali che, secondo le ricerche, colpiscono un bebè su 6.500 in tutta la Gran Bretagna.

Tali malattie consistono in varie patologie genetiche che possono interessare diversi organi e tessuti dell’organismo. Visto che i mitocondri vengono passati dalla madre al figlio, in caso di malformazioni genetiche l’utilizzo di un ovulo extra da parte di una donatrice sana permetterà una fecondazione eterologa che donerà al bambino dei mitocondri ugualmente sani. Questo significherà che il nascituro possederà anche una minima percentuale di DNA della mamma donatrice: a tal proposito la normativa prevederà che non venga conosciuta l’identità del donatore mitocondriale. Ma è proprio tale questione che non va giù a chi si oppone al progetto accusando la ricerca di volere creare un “bambino su misura”.

La BBC riferisce che il Governo inglese ora attende ulteriori studi prima che il programma venga approvato e l’Human Fertilisation Embryology Authority possa iniziare a vagliare le richieste dei genitori di tale tipo di fecondazione eterologa. E mentre la Gran Bretagna si prepara a decidere un quadro normativo adeguato, in Italia prosegue la discussione sull’accettazione o meno della fecondazione eterologa.

Sono trascorsi tre mesi dalla sentenza della Corte Costituzionale che boccia il divieto di fecondazione eterologa ed è di pochi giorni fa la notizia delle prima gravidanze iniziate con tale tecnica, gravidanze che hanno immediatamente fatto scattare gli accertamenti preventivi dei Nas nelle cliniche interessate. Quattro i casi, uno a Milano e tre a Roma, che fanno sperare i tanti aspiranti genitori. Nelle parole di Filomena Gallo, segretario dell’associazione Coscioni: “I giudici della Consulta sono stati più che chiari evidenziando che non esiste alcun vuoto normativo dopo la caduta del divieto imposto dalla legge 40: i figli dell’eterologa sono figli legittimi della coppia, non hanno rapporti con i donatori di gameti (è quindi garantito l’anonimato) e in più anche sotto il profilo scientifico non ci sono problemi: in Italia siamo all’avanguardia per la tracciabilità dei gameti, grazie all’obbligo di mantenere i dati dei donatori per 30 anni dall’utilizzo. Le linee guida del ministero potranno definire il numero di donazioni per ogni donatore“.

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