Venezuela: un governo corrotto sarebbe la causa della crisi

L'ex presidente del Costa Rica e premio Nobel per la pace ritiene che alla base della crisi in Venezuela, delle code degli ultimi giorni, c'è un governo corrotto, non certo la cospirazione per la colonizzazione che accusa Maduro

Venezuela: un governo corrotto sarebbe la causa della crisi

Secondo l’ex presidente del Costa Rica e premio Nobel per la pace, Oscar Arias, dopo 15 anni il regime venezuelano sta attraversando il suo momento peggiore a causa della caduta dei prezzi del petrolio e del deterioramento delle condizioni fiscali. “L’accaparramento da parte del governo dei servizi essenziali ha influenzato la vita dei venezuelani e per queste circostanze il regime appare ora insostenibile”, sostiene.

Arias sottolinea che nessun altro paese recentemente ha avuto a disposizione risorse maggiori e ottenuto risultati peggiori rispetto a quelli del Venezuela. “Maduro può ogni contorsione retorica possibile, descrivendo la situazione come guerra del petrolio o come tentativo di colonizzazione attraverso il collasso economico. Ma nessun altro governo, negli ultimi anni, ha sperperato le sue entrate in modo così sconsiderato. Nessun complotto internazionale può spiegare le code degli ultimi giorni per comprare farina o sapone. Ma possono essere spiegate dall’esistenza di un governo corrotto e inefficiente, dedito solo al culto della personalità e ossessionato dal nascondere il fallimento di un modello che non c’è modo di sovvenzionare“.

A suo parere, l’arresto di Leopoldo Lopez e il processo contro Maria Corina Machado, non fanno altro che confermare che il governo è fuori controllo. E’ un errore pensare di allontanare una persona specifica, sostiene, perché la priorità deve essere l’istituzione democratica, ristabilire lo Stato di Diritto e la separazione dei poteri, con l’indispensabile abbandono dell’interferenza militare nella vita civile.

L’ex presidente, infatti, invita tutti i democratici, non solo venezuelani, ad aiutare il Venezuela a realizzare una transizione democratica e afferma che la crisi di legittimità di Chavez può essere contrastata con la legittimità dell’opposizione. “E ‘doveroso lavorare tutti insieme per cambiare le cose, e occorre farlo pacificamente.”

Ritiene, inoltre, che l’isolamento politico e la pressione internazionale possano generare risultati positivi.

Spera che i venezuelani “possano rendersi conto che le intenzioni del regime di Chavez inizialmente possono essere state nobili“, ma che il suo fallimento è ormai indiscutibile. “Il modello economico che forse mai è stato ispirato dalla giustizia sociale ha portato a carenze e necessità“, ha detto.

Proprio per questo ritiene sia il momento di “adottare un regime che, una volta per tutte, si fondi su valori democratici.

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