Veneto: Il governo impugna la legge ‘Prima i veneti’

Contestata alla Regione Veneto la legge 6 del 21 febbraio 2016 che introduce il criterio di residenza da almeno 15 anni, nel territorio regionale, per poter accedere agli asili nido e ai servizi per la prima infanzia. Ma Zaia non molla.

Veneto: Il governo impugna la legge ‘Prima i veneti’

Il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge regionale del Veneto che dà le direttive per l’accoglienza negli asili nido e nei servizi per la prima infanzia. La legge, 6 del 21 febbraio 2016, ha introdotto il criterio di residenza da almeno 15 anni, nel territorio regionale, perché i bambini in età prescolare possano accedere ai servizi.

Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, reagisce facendo una carrellata di altre leggi impugnate per violazione della Costituzione dal governo, sempre a sfavore del Veneto: il referendum per l’autonomia, la legge su moschee e luoghi di culto, la legge Madia che riguardava la pubblica amministrazione e la scelta dei direttori generali delle Ulss. Non rassegnato Zaia afferma: “non ci resta che attendere, sperando che anche questa si concluda con una vittoria della Regione Veneto. Perché è chiaro fin d’ora che noi resisteremo in giudizio”.

Zaia ha sempre combattuto affermando ‘prima i veneti’, il principio è forte e non si può scalfire. Nell’affermarlo spiega che non significa privilegiare soltanto chi è nato in Veneto, ma anche tutti coloro vivono, lavorano e mettono su famiglia in Veneto. Perché essere veneti non si trasmette con il sangue, ma con un progetto di vita.

La riflessione di Zaia continua facendo un raffronto tra ciò che viene contestato al Veneto e non agli altri enti locali dai vari colori politici che con facilità superano il vaglio di costituzionalità introducendo norme e limitazioni a tutela dei residenti e fa l’esempio delle case Ater.

A questo punto il presidente della Regione Veneto si domanda: “Non sarà che col Veneto il Governo voglia mantenere alta una conflittualità diversa che con altre realtà territoriali? Chi è arrivato in Veneto da pochissimo tempo non può vantare gli stessi diritti di chi vive qui da lungo tempo e contribuisce al mantenimento dello stato sociale di questa comunità”.

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