Roma: l’uso della cannabis diventa prescrivibile dal medico di base

Il governo Renzi non impugna innanzi la Corte Costituzionale la legge varata dalla regione Abruzzo lo scorso gennaio, così l'uso della cannabis per scopi terapeutici diventa possibile e lecito; saranno le regioni a pagarne le spese

Roma: l’uso della cannabis diventa prescrivibile dal medico di base

Si cambia strada in materia di droghe leggere; o meglio, la strada già iniziata viene ora completata. Questo l’effetto del CDM presieduto da Matteo Renzi che decide di non impugnare la legge n.4/2014 della regione abruzzese emanata per disciplinare l’uso della cannabis per finalità terapeutiche; ora la norma diventa efficace ed applicabile a tutti gli effetti.

I precedenti governi, infatti, avevano sempre impugnato innanzi la Corte Costituzionale i tentativi di altre regioni che con proprie leggi tendevano a regolamentare l’uso delle sostanze mediche a base di cannabinoidi. Sembra la fine di un contro senso tutto italiano: una legge nazionale consentiva già l’uso di queste sostanze per scopi terapeutici ma mancavano le discipline regionali in materia; ciò aveva fatto della norma nazionale una norma non applicabile.

L’ultimo governo che mise il bastone tra le ruote ai tentativi delle regioni di regolamentare la materia fu quello tecnico di Mario Monti; fu infatti bloccata la legge della regione Liguria che seguì il primo tentativo operato dalla Toscana e la stessa sorte toccò al Veneto.

In cosa consiste il cambiamento: la cura è possibile sia in campo ospedaliero sia domiciliare, ed in entrambi i casi l’onere viene posto a carico del Servizio Sanitario Regionale ed i farmaci a base di cannabinoidi sono acquistabili qualora l’inizio del trattamento avvenga nelle strutture ospedaliere nazionali o in quelle alle stesse assimilabili, nonché qualora il trattamento sia prolungato dopo la dimissione. Questo in sintesi il contenuto della norma rivoluzionaria che prevede nel caso di pazienti con cure domiciliari la prescrizione dei farmaci in questione da parte del medico di base e sulle orme del piano terapeutico redatto dallo specialista che ha in cura il paziente.

Anche il senatore Carlo Giovanardi ha espresso il suo giudizio positivo sulla norma della Regione Abruzzo; l’onorevole, sottolineando che l’uso a scopi terapeutici della cannabis era già previsto da una legge nazionale, ha commentato così l’evento a chi lo ha intervistato telefonicamente : “E’ una legge in sintonia con la legislazione nazionale in vigore, la norma ammette la cannabis per ragioni curative dietro presentazione della ricetta medica. E ha fatto bene il governo a non impugnarla”.

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