Dopo il decreto che porterà fino ad 80 euro in più nelle buste paga degli italiani con gli stipendi più bassi, Renzi risponde alle critiche dei 5 Stelle che ritengono la manovra solo una forma di propaganda elettorale: “Altro che misura elettorale” twitta il modernissimo Capo del Governo italiano “è una rivoluzione nel modo di concepire il rapporto tra stato e cittadini. Datevi pace, i soldi arrivano e a chi fa polemica noi rispondiamo lavorando e non inseguendo le meschinità altrui”. E poi, al suo principale antagonista Beppe Grillo, la frecciata velenosissima: “I comici milionari dicono che 80 euro sono una presa in giro. Se provassero a vivere con 1200 euro al mese non lo direbbero”.
Dopo questo primo step importante, Renzi va avanti con il programma prefissato ed oggi a Palazzo Chigi incontrerà il Ministro Marianna Madia per chiudere entro aprile la riforma della Pubblica Amministrazione per consentire un taglio a molta burocrazia inutile che frena lo sviluppo delle imprese e appesantisce il mercato del lavoro.
Per quanto riguarda la riforma del lavoro Renzi non crede che la soluzione sia l’introduzione del salario minimo: “Non sono d’accordo sul fatto che il reddito minimo di cittadinanza crei posti di lavoro. Abbassare le tasse è giusto.”
Per le pensioni sotto i 1.000 euro invece, le notizie non sono buone. Almeno per quest’anno; nel 2015 infatti, il Premier si è preso l’impegno di affrontare il problema. “Nel 2014 – aveva spiegato il premier aprendo la campagna elettorale a Torino – non ce la facciamo, ma nel 2015 è un impegno”.
Ultimo obiettivo il PIL, che quest’anno “è stato disastroso”, come riconosce lo stesso Renzi. Nel corso di quest’anno e nel prossimo è necessario, secondo il Premier, rilanciare l’economia attraverso i risparmi sulle spese per la macchina statale prima con i tagli agli stipendi dei manager, poi attraverso l’abolizione di molti uffici periferici dello stato. Ecco cosa dice Renzi: “Che senso ha che la Ragioneria centrale dello Stato abbia le sedi in tutte le province?”.
Ce n’è per tutti i gusti. La macchina Renzi è partita e viaggia ora in piena accelerazione.