Matteo Richetti si ritira dalle primarie PD perché indagato

Richetti risulta indagato nell'inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dell'assemblea legislativa regionale. Il deputato è stato anche presidente di quest'assemblea. Annunciato il ritiro dalle primarie del PD

Matteo Richetti si ritira dalle primarie PD perché indagato

Il deputato del PD Matteo Richetti si è ritirato dalla corsa per le primarie del centrosinistra nelle elezioni dell’Emilia-Romagna e risulta indagato dalla Procura di Bologna. L’inchiesta sul deputato verte sulle spese dell’assemblea legislativa regionale di cui Richetti è stato presidente. I consiglieri indagati sono in totale 8; anche Richetti, come altri politici del PD, ultimamente aveva fatto istanza con l’ex articolo 335, tramite gli avvocati, per sapere se vi fossero procedimenti a loro carico. Così Richetti è venuto a conoscenza, assistito dall’avvocato Gino Bottiglioni, del provvedimento ed ha quindi richiesto copia degli atti. 

Le indagini proseguono dalla fine del 2013, periodo durante il quale la Gdf aveva fatto visita diverse volte negli uffici della Regione e già da allora si sapeva che i 9 capigruppo del Consiglio risultavano tutti indagati. Ad essere analizzate saranno le spese sostenute dal periodo che va da giugno 2010 a dicembre 2011. Richetti ha giustificato su Facebook il motivo della sua non presentazione alla candidatura con queste parole: “L’unità è un valore che non va solo dichiarato, ma anche praticato. L’unità per me, in politica, è un valore importante, così come lo è trovare un punto di sintesi, di lavoro insieme. Per questo non metterò in campo la mia candidatura. Decisione sofferta e meditata, ma credo sia nell’interesse dell’Emilia Romagna e del PD. Ora non è il momento delle divisioni, il nostro Paese e la nostra regione non possono permetterselo”.

E aggiunge che, mentre l’Italia è nel periodo in cui si stanno avviando grandi riforme, anche lui accoglie l’invito all’unità. Con garbo e rispetto, Richetti ringrazia tutti coloro che finora lo hanno sostenuto e che hanno anche firmato per approvare la sua candidatura. Donini, segretario del PD di Bologna, accoglie con grande serenità le parole di Matteo Richetti, anche lui concorde nel dire che la sua decisione merita rispetto e comprensione. In una nota dice: “Da parte mia sono certo che tale, sofferta, decisione sia stata presa in piena libertà e coscienza“. Diversa invece l’opinione di Favia, il quale giudica le primarie una farsa e afferma: Primarie farsa, nel PD sono tutti disponibili a fare un passo indietro pur di avere una poltrona”.

Continua a leggere su Fidelity News