L’assessore Daniela Benelli non vuole il taglio al suo vitalizio

Daniela Benelli è tra coloro che hanno fatto ricorso contro i tagli del 10 per cento del vitalizio che spetterebbe loro. L'assessore, che dal 2012 percepirà una pensione di 50 mila euro, non si pente

L’assessore Daniela Benelli non vuole il taglio al suo vitalizio

Anche in periodi di crisi c’è chi non vuole assolutamente rinunciare ai vantaggi posti dalla politica. E’ quello che accade a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, dove un assessore di Pisapia, Daniela Benelli, è risultata nella lista dei 54 ex consiglieri regionali che hanno fatto ricorso contro il taglio del 10 per cento dei vitalizi.

La sua reazione non è piaciuta a tanti ma soprattutto al suo partito, Sel, tanto che, per far capire che non condivide la cosa, la coordinatrice Anita Pirovano dice all’assessore di “riconsiderare una pur legittima scelta individuale, che non è in linea con le scelte di Sinistra ecologia libertà”. 

Il nome di Daniela Benelli nella lista dei richiedenti è stato una sorpresa e anche una delusione per il partito. L’assessore ha spiegato su Facebook che non intende rinunciare al ricorso, e ha aggiunto: “Non pretendo di dare lezioni di morale, ma perché, in nome dell’opportunità o dell’opportunismo politico, avrei dovuto rinunciare a contestare un provvedimento sbagliato?”.

La sua, come la Benelli ha fatto notare, è stata un’adesione ad un ricorso collettivo e non si pente di averlo fatto perché le tocca di diritto. Ma l’assessore afferma: “Se vinceremo il ricorso, destinerò il mio 10 per cento alla Caritas ambrosiana”. La posizione della donna è un controsenso nei confronti del partito che si è battuto per eliminare i privilegi tra cui i vitalizi e ha lottato anche per la parificazione del trattamento pensionistico di consiglieri e lavoratori. Anche Lamberto Bertolè, capogruppo del Pd, non ha approvato il ricorso di Daniela Benelli.

L’assessore Benelli anche in passato ha fatto parlare per un’altra questione: l’assessore infatti era tra i nomi degli affittuari dell’istituto dei ciechi, ed era finita nell’ambito un’inchiesta che si era conclusa con l’arresto del segretario dell’ente A.P.. In quell’occasione l’assessore aveva detto che non c’era stato alcun favoritismo ma in realtà tra l’affitto risultato dalle carte e il canone reale vi era una bella differenza.

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