Crisi di Governo: le 10 leggi che rischiano di fermarsi senza Renzi

Dalla Cannabis legale al Cyberbullismo, circa 10 sono i provvedimenti che dopo la vittoria del No e le annunciate dimissioni di Renzi rischiano di gelarsi definitivamente. A rischio anche i patti con le amministrazioni locali.

Crisi di Governo: le 10 leggi che rischiano di fermarsi senza Renzi

Dalla cannabis legale al Jobs Act, dal Cyberbullismo al Ddl sulla concorrenza, dalla riforma delle banche popolari al ddl sulla riforma della governance dei parchi.

Circa dieci sono i provvedimenti e le leggi che rischiano di fermarsi dopo la pesante sconfitta del Si al Referendum e le annunciate dimissioni di Matteo Renzi. Tanta è l’incertezza che aleggia sull’incognito destino dell’esecutivo che forse potrebbe generare un contraccolpo parlamentare. A rischio anche i patti con le amministrazioni locali.

Ecco di seguito elencate le leggi e i provvedimenti in bilico che rischiano di fermarsi.

La Cannabis legale: la legge d’iniziativa popolare proposta dai Radicali e dall’Associazione Coscioni per il momento non è approdata in Parlamento, resterebbe comunque valida nel caso di altra legislatura. Dal 1979 fino ai nostri tempi, sono solo 3 le proposte di legge su 260 che risultano approvate.

La Riforma della giustizia: rischia di fermarsi il ddl che disciplina le regole relative alla prescrizione e alle intercettazioni ed incrementa pene più ferree per furti e rapine

Il Cognome della madre: è stata la Consulta che ha accolto la domanda d’illegittimità “automatica attribuzione” del cognome paterno ad attribuire anche alle madri la possibilità di dare il loro cognome ai figli. Il disegno di legge “Il cognome della madre ai figli legittimi” bloccato al Senato rischia di restare nell’oblìo per sempre. 

Il Jobs Act: con la vittoria del No sarà a discrezione di ogni giunta la quantificazione dell’assegno da destinare agli aiuti per i disoccupati in merito alla ricollocazione

Il Cyberbullismo: la legge sulla “Tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” attualmente si trova in commissione al Senato e rischia di non passare mai in Aula. 

La Legge Madia sui “furbetti” del cartellino: la Corte Costituzionale, con l’ultima sentenza emessa a favore dei “furbetti” assenteisti del cartellino, investe in pieno il decreto Madia. Annullando la norma che stabilisce il licenziamento sprint entro 30 giorni. Per evitare la raffica dei ricorsi, il governo dovrebbe revocare il decreto attuativo contro gli assenteisti investito dalla Consulta: revocarlo e annullarlo, o addirittura sospenderne l’applicazione

Il Testo unico sul pubblico impiego: un provvedimento che, se attuato, ha lo scopo di eliminare il posto fisso e gli scatti di anzianità. Porta in grembo tutta la parte normativa che disciplina i contratti degli statali.

Il Ddl sulla concorrenza: la legge sulla concorrenza è molto problematica tanto che il provvedimento è fermo in commissione industria del Senato già da parecchio. 

La riforma delle banche popolari: attualmente sotto esame della Consulta che ha il compito di “esprimersi sulla costituzionalità della riforma”. 

Stop al “Patto per Roma”: le annunciate dimissioni del Premier bloccano il “Patto per Roma” che prevedeva un incasso per le casse comunali di circa 2 miliardi. Ora la sindaca Raggi ribadisce che il “patto non era con Renzi, ma con il governo, chiunque lo guidi“. 

Il ddl sullo Ius soli: il diritto di cittadinanza per i figli nati in Italia di genitori stranieri è fermo al Senato da circa un anno. 

Il ddl sulla riforma della governance dei parchi: il testo, suddiviso in tre le leggi ambientali, si trova fermo in commissione Ambiente del Senato.

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