Boldrini, stupro di gruppo: non cita mai i carnefici immigrati ricercati

In un'intervista rilasciata a Repubblica, Laura Boldrini ha risposto alle numerose accuse giunte dopo la sua assenza di dichiarazioni in merito allo stupro di gruppo avvenuto a Rimini: non ha mai citato gli autori della violenza.

Boldrini, stupro di gruppo: non cita mai i carnefici immigrati ricercati

Il centrodestra – e non solo – ha duramente attaccato il silenzio della Presidente della Camera Laura Boldrini dopo lo stupro di gruppo avvenuto a Rimini: nessun commento radical chic in merito, pittoresco mutismo. Probabilmente, la vicenda in questione non è stata pervasa dall’interesse della Presidente per la sua riottosità a pronunciare la parola “immigrato” accanto a quella “stupro“: nell’intervista rilasciata a Repubblica, a seguito del clamore suscitato dal suo silenzio, le parole “immigrato” e “immigrazione” non vengono mai fatte.

Occorre sottolineare che per la violenza di Rimini sono ricercati quattro nordafricani: se fossero stati italiani avrebbe espresso il proprio diniego? Una scelta attuata per non eccitare gli italiani razzisti pronti a sbavare odio? Tacere è stato un errore: dinnazi alla violenza non esiste colore della pelle, provenienza geografica, ma solo l’evidenza disarmante della crudeltà.

Giorgia Meloni ha sentenziato che il silenzio della Boldrini è un segnale di accettazione della violenza sessuale come un male necessario del multiculturalismo. La Presidente ha risposto: “Guardi, io trovo agghiacciante il livello del dibattito di questi giorni. Come se la gravità della violenza dipendesse da chi la mette in atto o da chi la subisce. Lo stupro è uno degli atti più abominevoli che esistano ai danni di una donna. Un crimine esecrabile che lascia conseguenze permanenti, distrugge l’esistenza di una persona“.

In molti hanno inteso il suo atteggiamento come tollerante, come se i colpevoli fossero non biasimevoli a seconda della provenienza. Laura Boldrini ha sentenziato: “Ma ci rendiamo conto a che punto siamo arrivati? Sono polemiche deprecabili, di chi non ha argomenti e mira solo ad avvelenare il clima”. Sottolinea che la sua condanna è incondizionata, auspicandosi che la giustizia comminerà pene adeguate alla gravità del reato adducendo che, del resto, ogni giorno le notizie riportano di fatti violenti, e non può far dichiarazioni di condanna su ogni singolo episodio.

 “Faccio una battaglia contro tutte le violenze, in special modo quelle sulle donne. Qualcuno può dubitare del mio impegno in questo ambito? Se lo fa è sicuramente in malafede e con intento strumentale“. La Presidente decreta che stiamo toccando il fondo e che numerosi personaggi anelino visibilità con questi argomenti, evocando lo stupro nei confronti delle avversarie politiche: è convinta che queste modalità non siano tollerate in altri paesi democratici.

Sentenzia di aver avuto molta solidarietà, gente che le dice di andare avanti, affermando che lei si batte per chi non ha voce e si trova a subire violenza da parte di una minoranza che vorrebbe impossessarsi del web: la sua denuncia pubblica ha dimostrato, quindi, che la maggioranza silenziosa – al momento giusto – prende posizione. 

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