NYFW 2017: arriva la prima stilista con sindrome di Down

Madeline Stuart, da modella a prima stilista con sindrome di Down. Il lancio del suo nuovo brand è avvenuto con grande attesa e clamore in questi giorni in occasione della New York Fashion Week 2017.

NYFW 2017: arriva la prima stilista con sindrome di Down

Madeline Stuart, da modella a stilista di moda. Un sogno diventato realtà dopo tanto lavoro e forza di volontà per cercare di ritagliarsi un ruolo nella società odierna – non sempre inclusiva – in un settore molto esclusivo e selettivo come quello della moda, nonostante il fatto che sia affetta da sindrome di Down.

Madeline era già stata protagonista della New York Fashion Week nel 2015, quando ha fatto il suo ingresso ufficiale nel mondo della moda sfilando per un importante brand internazionale. Ma la sua passione per la moda ha fatto si che il suo sogno andasse oltre, superando il limite territoriale e temporale che una passerella può avere.

Ecco che dopo approfondito studio e armata di grande tenacia ha ideato e realizzato il suo primo brand, che la rappresenta totalmente. Una moda casual, da portare tutti i giorni e molto pratica: queste sono in sintesi le linee guida seguite dalla ventenne di origini australiana nel disegnare e mettere a punto ciò che per tanti assume un significato ben più importante e profondo.

Molte persone ancora oggi ritengono, sbagliando, che i ragazzi affetti da sindrome di Down non siano in grado di aspirare a lavori o svolgere attività che siano di fatto destinate solo ai normodotati. Ebbene Madeline Stuart ha capovolto queste false ed ingiuste convizioni, dimostrando una volta e per tutte che anche i ragazzi Down posso avere un lavoro uguale agli altri, ma sopratutto aspirare ad avere una vita piena di successi e felice come gli altri.

Tutto questo è stato possibile anche alla grande sensibilità dimostrata da buona parte del mondo della moda d’oltreoceano, che ha favorito e sostenuto nel suo sogno la giovane, appena ventenne, australiana. Insomma, un sogno che è diventato una realtà, non solo per lei, ma anche per chi ha la stessa patologia e lotta contro una società spesso ostile e affatto disponibile.

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