Vietnam, donna costretta all’aborto per 18 volte: lui voleva un maschio

È il dramma dell'aborto selettivo di genere, usanza consolidata in Cina e India, che anche in Vietnam sta raggiungendo livelli allarmanti negli ultimi anni

Vietnam, donna costretta all’aborto per 18 volte: lui voleva un maschio

In Vietnam una donna, già madre di quattro bambine, ha abortito 18 volte per non deludere il marito. L’uomo, infatti, fedele alla tradizione locale che vuole solo i figli maschi come eredi e protettori legittimi dei beni e dei valori della famiglia, voleva a tutti i costi che la moglie partorisse un bambino. Nel suo grembo, però, crescevano solo figlie femmine e, dopo averne date alla luce quattro, la donna ha cominciato la lunga serie di aborti selettivi di genere.

“Volevo suicidarmi” ha detto la donna vietnamita, costretta ad abortire per 18 volte consecutive nel tentativo di far felice il marito ed evitare di deluderlo ancora una volta. Dopo la serie impressionante di aborti da parte della moglie, sembra che l’uomo stia ora cercando qualcuno in grado di dare alla luce per lui un figlio maschio, in modo da poter finalmente avere un suo erede maschio che possa diventare il nuovo protettore della famiglia.

In Vietnam l’aborto selettivo sta raggiungendo negli ultimi anni un livello allarmante, e si teme si possa arrivare ad una situazione simile a quella che c’è ormai da molto tempo in Cina e in India. In Vietnam, però, per tentare di fronteggiare la difficile situazione il governo locale ha dato ordine al personale medico di tenere segreto ai genitori il sesso dell’embrione, così da evitare che questi decidano per l’aborto. Questa misura sembrerebbe tuttavia inefficace.

Per risolvere veramente il problema dell’aborto selettivo di genere alla radice “Bisogna cambiare la mentalità della popolazione”, ha detto il viceministro della Salute Nguyen Viet Tien. Finchè a vincere sul buon senso saranno la forza e l’attaccamento ai valori della tradizione, infatti, nulla potrà realmente cambiare e l’aborto selettivo prenderà sempre più piede all’interno del Paese. Sono le donne e gli uomini del popolo vietnamita a dover cambiare il loro modo di pensare sull’argomento, e un divieto posto dal governo non potrà mai essere sufficiente a cambiare la mentalità di un popolo che basa il suo intero modo di vivere su valori nati e maturati in seno alla popolazione nel corso di interi secoli.

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