Studente americano morto dopo il rilascio in Corea del Nord

Aveva rubato un poster durante un viaggio nella Corea del Nord e, per questo, era stato condannato e rilasciato solo una settimana fa, in stato di coma. Gli Usa condannano il regime nord coreano.

Studente americano morto dopo il rilascio in Corea del Nord

Otto Warmbier è morto dopo meno di una settimana dal suo rientro in patria, negli Usa. Otto era stato prigioniero nella Corea del Nord e rilasciato in stato di coma, con un trauma al cervello. Il giovane, nato in Ohio 22 anni fa, era uno studente regolarmente iscritto all’università della Virginia. 

Verso la fine del 2015, Warmbier aveva aderito ad un viaggio di gruppo in Corea del Nord organizzato da un’agenzia cinese. La notte di San Silvestro si era intrufolato in una sala dell’hotel dove albergava, riservata al personale e, notato un poster propagandistico, del regime lo aveva sottratto.

Il giorno seguente, all’aeroporto, mentre era pronto per il rientro, è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di atto ostile allo stato. Il giovane – durante il processo in lacrime – si era scusato, aveva ammesso la colpa, confessando che il poster era stato sottratto per un amico negli Usa che – in cambio – gli avrebbe dato un’auto usata dal valore di 10.000 dollari. Otto non riuscì ad ottenere la liberazione e, dopo un veloce giudizio, venne condannato a 15 anni di lavori forzati. Da quel giorno, di lui, non si è saputo più nulla.

Dopo più di 17 mesi in prigione, Otto è stato rilasciato e trasportato in USA: qui, i medici dell’ospedale dell’Ohio hanno subito constatato che il cervello aveva subito gravi danni e riferiscono “massiccia perdita di tessuto cerebrale in tutte le regioni dell’organo, causata da un arresto cardiopolmonare che aveva bloccato l’afflusso del sangue alla testa”. Le causa di tutto ciò sono ancora da accertare.

Nell’annunciare la morte del figlio, la famiglia ha accusato Pyongyang di averglielo ucciso (“Vogliamo che il mondo sappia che nostro figlio è stato brutalizzato e torturato da un regime pariah”), e ha poi ringraziato l’ospedale riconoscendo che ”sfortunatamente il terribile trattamento di torture ricevuto da nostro figlio per mano dei nordcoreani ha fatto sì che non fosse possibile altro esito di quello triste avvenuto oggi”.

La liberazione di Otto era stata inizialmente letta come un avvenimento di successo, ma l’epilogo finale, secondo Trump, “rafforza la determinazione della mia amministrazione a prevenire che simili tragedie accadano a persone innocenti, per mano di regimi che non rispettano la legge e la basilare decenza umana”. Gli Stati Uniti condannano ancora una volta la brutalità del regime nord coreano. 

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