Siria, l’ultimo pediatra di Aleppo muore sotto gli attacchi nemici

L'ultimo pediatra di Aleppo è rimasto ucciso nell'attacco di mercoledì sera effettuato nel presidio ospedaliero della città. Rimangono così soli migliaia di giovani pazienti che curava

Siria, l’ultimo pediatra di Aleppo muore sotto gli attacchi nemici

E’ rimasto nella sua città, Aleppo, fino alla fine, fino a quando l’ennessimo attacco nemico ha distrutto il reparto di pediatria in cui lavorava – presso l’ospedale Al Quds gestito dall’associazione Medici Senza Frontiere – determinando così la sua morte. Parliamo di Mohammed Wasim Moaz, un giovane medico specializzato in pediatria, di appena 36 anni. Un uomo che oltre al lavoro aveva anche tante speranze per il futuro, tanto che progettava anche un futuro matrimonio con la sua attuale fidanzata.

E’ una storia eroica, che sembra uscire da un libro o che sicuramente potrebbe o dovrebbe diventare la sceneggiatura di un prossimo film, per dare un giusto tributo alla profonda umanità e incondizionata solidarietà di cui quest’uomo era testimonianza, ma anche quella di tanti, che come lui, operano in trincea senza clamori particolari.

Il giovane pediatra era rimasto l’ultimo medico residente ad Aleppo, nelle zone controllate dalle milizie che si oppongono alla dittatura di Bashar Assad. Non voleva andar abbandonare i suoi piccoli pazienti, decine di migliaia di bambini che curava con assoluta dedizione e grande professionalità.

I colleghi di Mohammed tengono a raccontare la storia di quest’uomo, la cui unica preoccupazione era quella di assicurare farmaci, asssistenza medica e protezione a tutti quei bambini vittime di questa insensata guerra.

Attacchi come quello di mercoledì sera sono azioni da aspettarsi purtroppo quando si è in stato di assedio. Sembra che tutta la violenza e la cattiveria del mondo si sia concentrata in quei luoghi. Anche i territori civili sono colpiti e ormai a rappresentare il fasto di queste meravigliose città, non è rimasto granché.

Ci sono ancora molti medici che operano in luoghi di fortuna, come ospedali da campo, dislocati nella zone di campagna più a nord, stretti tra forze di opposte fazioni. Con grande coraggio si oppongono alla crudeltà della guerra e della violenza con le armi a loro disposizione, con quella medicina che salva le vite, invece che farle morire.

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