Nigeria, strage in moschea a Maidugori: almeno 12 i morti e 14 i feriti

Quello di oggi è il quinto attacco sferrato dagli integralisti islamici al centro commerciale di Maidugori dal 2013. Il messaggio è chiaro: Boko Haram non si arrende

Nigeria, strage in moschea a Maidugori: almeno 12 i morti e 14 i feriti

Sono almeno 12 le vittime e 14 le persone rimaste ferite a causa di un attentato suicida compiuto oggi in Nigeria. Un kamikaze si è fatto saltare in aria in una delle moschee di Maiduguri, la città più importante dell’est della Nigeria. Stando a quanto riferito da Baba Sheu, capo di un gruppo di vigilanti locali impegnati nella lotta contro le barbarie compiute dagli integralisti islamici di Boko Haram, l’uomo “ha fatto detonare l’esplosivo fissato al suo corpo con un filo metallico”. Inizialmente le vittime dell’esplosione all’interno della moschea situata in un importante mercato della città erano 10, ma tra i feriti due non ce l’hanno fatta nonostante i soccorsi siano stati tempestivi.

L’attentato suicida alla moschea è avvenuto a distanza di poche ore da un’altra strage compiuta dai terroristi di Boko Haram, i quali hanno attaccato un quartiere commerciale a colpi di lanciarazzi provocando la morte di 16 persone e ferendone almeno 40. Quello di oggi è il quinto attacco compiuto dal 2013 nel mercato centrale di Maidugori, il luogo da cui sei anni fa è partita la sanguinosa guerra dei Boko Haram, trasformatisi poi in portabandiera dell’integralismo islamico più feroce che dallo scorso anno sostiene con forza gli jihadisti dell’Isis.

Il neo-presidente nigeriano Muhammadu Buhari, che nei primi anni ’90 aveva preso il potere con un colpo di stato ed è ora stato eletto attraverso votazioni regolari, ha fatto della lotta ai miliziani di Boko Haram la sua priorità assoluta e proprio ieri, nel discorso inaugurale della sua presidenza, aveva ordinato che il centro di comando dell’esercito tornasse a essere dislocato a Maidugur. Questa doveva essere una soluzione per fronteggiare più efficacemente i terroristi, ma i due attacchi di oggi – forse proprio un messaggio indirizzato al nuovo presidente – indicano che Boko Haram non ha alcuna intenzione di cedere e che la popolazione civile è ancora vulnerabile a suoi attacchi, ai quali non può far altro che assistere inerme.

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