L’Oxfam dichiara la crescita del divario ricchezza-povertà

La confederazione internazionale Oxfam ha diffuso - nel suo ultimo rapporto - dati sconcertanti: esistono al mondo 62 super-ricchi che hanno accumulato una fortuna pari a quella di 3,6 miliardi di persone povere del resto del mondo.

L’Oxfam dichiara la crescita del divario ricchezza-povertà

L‘Oxfam è una delle più importanti confederazioni internazionali al mondo che si occupa di progetti di sviluppo e azioni umanitarie, volte a trovare soluzioni durature alla povertà e all’ingiustizia sociale. Esso è composto da 17 organizzazioni di Paesi diversi che collaborano con circa 3000 partner locali sparsi in oltre 90 Paesi

I rami d’azione della confederazione sono principalmente tre, ossia aiutare le persone a migliorare le loro condizioni di vita, mediante sostegni adeguati; interventi di emergenza, come portare acqua e ripristinare i minimi standard igienico-sanitari alle popolazioni vittime di conflitti o disastri naturali; infine, si occupa di sensibilizzazione, stimolando ogni persona ad interessarsi delle condizioni di vita delle popolazioni più povere affinchè possano migliorare. 

A tal proposito, proprio nel suo ultimo rapporto, intitolato “Grandi disuguaglianze crescono“, l’Oxfam ha rilevato la presenza di 62 persone al mondo che possiedono la stessa ricchezza di altre 3,6 miliardi di persone povere, dove per “povere” si intende ridotte all’invivibilità. 

Questa nota era già stata più volte sottolineata in altri interventi pubblici della presidente del Fondo Monetario Internazionale, Cristine Lagarde, in cui veniva affermato che l’elite economica composta dall‘1% della popolazione mondiale, possiede circa la metà della ricchezza di tutto il pianeta. 

Inoltre, il sopracitato rapporto mette in evidenza come questo 1%, dal 2010 ad oggi, si sia arricchito ulteriormente del 44%, e come quei 3,6 miliardi di persone, si siano impoverite ulteriormente del 41%. 

Questi dati sconcertanti, che mettono in evidenza una disuguaglianza in continua crescita e che non fa assolutamente ben sperare per il futuro, non ha però smosso i vertici internazionali a discutere del problema, nonostante esso sia stato rilevato ed evidenziato da numerosi economisti ed importanti istituzioni. 

Il fatto che questa disparità sia così sottovalutata, deriva anche dal fatto che i media attribuiscono le problematiche economiche a guerre che hanno motivazioni religiose, mentre esse sono il frutto di problemi economici causati da regimi totalitari e terroristici. 

I fattori scatenanti delle guerre, allora, non sono soltanto relativi a motivi religiosi o di conquista territoriale, ma nascono anche dalla fame e dalla disperazione.

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