Greta e Vanessa, Siria dichiara: "Pagato riscatto di 11 milioni"

Fonti giudiziarie di Aleppo hanno confermato quello che per mesi era stato solo un sospetto: per Greta e Vanessa, le due volontarie in Siria, è stato pagato un riscatto di 11 milioni. La Farnesina: "Non ci risulta"

Greta e Vanessa, Siria dichiara: "Pagato riscatto di 11 milioni"

La Lega di Salvini e la destra italiana avevano creato una fortissima campagna mediatica sull’operato della Farnesina nella gestione del rapimento di Greta e Vanessa, accusando il governo italiano di aver pagato un riscatto di 11 milioni di euro per le due volontarie; atto riprovevole secondo loro, in quanto le ragazze sono partite come volontarie in una zona altamente pericolosa, e questo non sarebbe dovuto essere a carico dei contribuenti italiani.

Una cifra che già era circolata subito dopo la liberazione, tramite il contatto Twitter @ekhateb88, considerato vicino ai ribelli anti-Assad, per poi essere rilanciata dalle testate locali. La smentita ufficiale da parte del Governo italiano arrivò lo scorso 16 gennaio dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni durante un’informativa alla Camera: “In merito al tema dei riscatti ho letto indiscrezioni prive di reale fondamento e in qualche caso veicolate da gruppi terroristici. Solo illazioni: Italia contraria al pagamento, aveva detto il ministro.

La questione, che sembrava essersi sopita nel corso dei mesi, riesplode prepotentemente dopo le vicende del tribunale islamico del Movimento Nureddin Zenki, che ha condannato Hussam Atrash, capo di un gruppo locale, per essersi intascato metà del compenso del negoziato.

L’Ansa è riuscita a mettere le mani su una copia della condanna, emessa dal tribunale ad Atareb: Atrash si sarebbe intascato 5 dei 12 milioni e mezzo di dollari (circa 11 milioni di euro) del riscatto pagato dalla Farnesina per il rilascio di Greta e Vanessa, mentre i restanti 7 e mezzo sarebbero stati divisi tra altri capigruppo locali.

Immediata la smentita della Farnesina“Non riteniamo di dover commentare supposte fonti giudiziarie di Aleppo o del sedicente tribunale islamico del movimento Nureddin Zenkin. In ogni caso non risulta nulla di quanto asserito. Nonostante la smentita ufficiale dell’unità di crisi, però, in Italia è già riscoppiata la polemica da parte dei politici che ritengono il pagamento del riscatto un errore e una vergogna per il nostro Paese.

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