Grecia, Tsipras: “L’Europa ha chiesto di tassare di più i poveri”

Grecia, il Premier Tsipras ha affermato in un'intervista: "L'Europa mi ha chiesto di aumentare le tasse ai poveri, togliere le pensioni, aumentare il costo dell'energia. E' inconcepibile, abbiamo risposto di no, noi crediamo nella giustizia sociale"

Grecia, Tsipras: “L’Europa ha chiesto di tassare di più i poveri”

Niente imposizioni che possano costare ai cittadini “lacrime e sangue”: è questa la condicio sine qua non perché Alexis Tsiprasw accetti di proseguire i negoziati con l’Europa. In ballo sul tavolo delle trattative c’è il futuro della Grecia, e consequenzialmente anche la permanenza del Paese ellenico all’interno dell’Unione Europea. Ma non solo: una clamorosa uscita dall’Eurozona, spingerebbe inevitabilmente la Grecia fuori dal raggio d’azione del famigerato Patto Atlantico, avvicinandola invece alla sfera d’influenza della Russia.

Si tratta di un pericolo che i leader europei-Angela Merkel in testa-intendono scongiurare ad ogni costo: anche per questo le trattative sono ancora aperte, nonostante la reticenza di Tsipras a prendere in considerazione l’idea di un nuovo piano di austerity. D’altronde, una soluzione del genere rappresenterebbe la mazzata finale per la cittadinanza, già provata in maniera durissima dalla crisi che ha sconvolto le economie mondiali nel corso degli ultimi anni.

Per questa ragione il Premier ellenico si dimostra collaborativo, ma al contempo risoluto a non cedere sulla questione sociale: “Siamo molto vicini ad un accordo sull’avanzo primario per i prossimi anni. Basta che ci sia un atteggiamento positivo sulle proposte alternative al taglio delle pensioni, o all’imposizione di misure recessive. Il nostro obiettivo-ha sottolineato Alexis Tsipras-è che le misure contengano l’elemento della redistribuzione della giustizia sociale”.

Il Primo Ministro greco ha inoltre affermato che: “Ci sono soluzioni tecniche che possono evitare un terzo programma di aiuti, e contemporaneamente fornire una prospettiva sostenibile a medio termine per quel che riguarda la restituzione del debito, così da riportare la Grecia nuovamente sui mercati più velocemente di quanto possiate immaginare”.

Ma cos’è stato a far indignare Alexsi Tsipras a tal punto da porre condizioni così rigide? E’ presto detto, ed è stato lui stesso a spiegarlo: “Dopo 5 anni di austerità, è inconcepibile che ci venga richiesto di abolire le pensioni più basse, ed i sussidi che riguardano i cittadini più poveri. O di aumentare del 10% il costo dell’energia elettrica per le famiglie, in un Paese nel quale migliaia di persone non hanno accesso all’elettricità. Di abolire il sussidio per il riscaldamento mentre si muore dal freddo”.

Insomma, l’Europa avrebbe richiesto a Tsipras di vessare ulteriormente i cittadini meno abbienti, in modo da poter risanare il debito pubblico con i soldi dei più poveri. Richieste però prontamente rispedite al mittente dallo stesso Premier greco: “Sono delle proposte che non possiamo accettare, non solo perché si pongono al di fuori del mandato popolare che abbiamo ricevuto, ma perché se le accettassimo assesteremmo un colpo durissimo all’Europa della Democrazia, e della solidarietà sociale; alla quale alcuni di noi continuano a credere con passione”.

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