Coro diretto dal fratello di Benedetto XVI: 547 bambini vittime di violenza

Nel rapporto dell’avvocato Ulrich Weber emerge che 547 bambini subirono violenze corporali e sessuali nel coro del Duomo di San Pietro, diretto per molti anni da Georg Ratzinger.

Coro diretto dal fratello di Benedetto XVI: 547 bambini vittime di violenza

Nel rapporto finale presentato dall’avvocato Ulrich Weber emerge una verità terrificante: 547 bambini subirono violenze corporali, 67 anche sessuali, nel coro del Duomo di San Pietro, la più grande chiesa Cattolica di Ratisbona. In un primo momento il caso riguardava 231 bambini, abusati nel corso di 40 anni, dal 1953 al 1992. Weber sentenzia che 49 colpevoli sono stati identificati.

Dal 1964 al 1993 il coro venne diretto dal fratello del Papa emerito, Benedetto XVI, Georg Ratzinger: nel 2010 si scusò per gli schiaffi dati ai bimbi del Coro, dicendo che non sapeva delle violenze sessuali e che il rettore dell‘Internat – il convitto in cui i ragazzi vivevano – li picchiava quotidianamente senza alcun motivo.

Lo stesso Ratzinger, in una intervista, aveva detto che alcuni ragazzi gli raccontarono cosa accadeva nella scuola, ma pensò che non fosse necessario il suo intervento. “Io ero felice a ogni prova del Coro” disse Georg Ratzinger “ma devo ammettere che spesso diventavo depresso, perché non raggiungevamo i risultati che volevo. E all’inizio io ho spesso distribuito schiaffi, anche se poi mi rimordeva la coscienza per averlo fatto”. 

Gerhard Ludwig Muller, che nel 2010 era vescovo di Ratisbona ed ex prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina delle Fede, ammise gli abusi nel coro, sottolineando che le violenze sessuali non erano avvenute nel periodo dell’incarico del maestro Ratzinger. L’episcopato aveva ingaggiato l’avvocato Weber per indagare sulla vicenda: in un primo rapporto vennero riportati oltre duecento casi di bambini picchiati e violentati. Dopo due anni di indagini il numero giunge a 547.

Nella relazione si dice che le vittime hanno descritto i loro anni di scuola come una prigione, un inferno, un lager. Molti ripensano a quel periodo come al peggiore della loro vita, permeato da paura e violenza. Le vittime verranno risarcite con non più di 20.000 euro.

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