Coro di Ratisbona: i bambini vittime di violenza furono almeno 547

Secondo il rapporto fatto da Ulrich Weber, 67 bambini subirono anche degli abusi sessuali. Il fratello del Papa dimissionario, Benedetto XVI, ne fu direttore per 30 anni, tra il 1964 ed il 1994.

Coro di Ratisbona: i bambini vittime di violenza furono almeno 547

Sono come minimo 547 i bambini che hanno subito una violenza di ogni tipo, e tutto ciò è successo all’inizio degli anni ’90 nel coro del Duomo di Ratisbona, il più antico coro di voci bianche della storia. Secondo il legale Ulrich Weber, il fratello del Papa dimissionario Benedetto XVIGeorg Ratzinger, che fu direttore di questo Duomo per trent’anni, sapeva tutto ma nascose la verità. 

Quindi, a fornire tutti questi numeri è stato proprio Ulrich Weber, incaricato dalla Chiesa di fare luce su questi scandali, che nel suo documento finale indica che in quel luogo, tra bambini e ragazzi, ci furono almeno 67 violenze sessuali e corporali, ed alcune volte potevano accadere anche entrambe le cose. L’indagine ha scoperto 49 responsabili, anche se difficilmente avranno delle conseguenze poiché i reati sono caduti in prescrizione. 

Il rapporto del legale Ulrich Weber dichiara che Georg Ratzinger potrebbe avere delle “corresponsabilità“. Nella conferenza stampa tenutasi a Ratisbona quest’oggi, il legale ha affermato che all’ex direttore del Duomo gli va “rinfacciato di aver fatto finta di non vedere, e di non essere intervenuto nonostante sapesse”. 

Secondo il rapporto scritto da Weber, emerge che nell’ambiente si era creato un sistema di paura. L’avvocato infatti sostiene che lì dentro vi fosse una brutta atmosfera, e denuncia anche il vescovo Gerhard Ludwig Müller, accusandolo di non aver gestito bene la vicenda dopo le prime denunce. Peter Schimtt, legale delle vittime del Duomo, ha elogiato il lavoro di Ulrich Weber, poiché sta lottando con tutte le sue forze per far emergere la verità di Ratisbona

Georg Ratzinger fu direttore di questo Duomo per trenta anni, anche se lui, in un’intervista nel 2010, si dichiarò estraneo ai fatti (“Se fossi stato a conoscenza dell’eccesso di violenza utilizzato, avrei fatto qualcosa. Mi scuso con le vittime”), salvo – poi – ammettere che diede qualche schiaffo a qualche ragazzo.

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