Centrali nucleari, è allarme in Francia: "Anche l’Italia interessata"

Stanno crescendo in queste ore le preoccupazioni relative alle centrali nucleari francesi, a causa di alcune dichiarazioni rilasciate dal presidente dell'ASN Pierre-Franck Chevet. Il problema riguarda anche gli italiani.

Centrali nucleari, è allarme in Francia: "Anche l’Italia interessata"

Le centrali nucleari sono il retaggio idealmente già anacronistico di scoperte straordinarie in termini di ricerca scientifica, ma altrettanto pericolose una volta valutata la situazione da un punto di vista olistico. Eppure quando avvenne il boom del nucleare, la stragrande maggioranza degli scienziati era sicura: “L’atomo sarà l’energia del futuro“.

Peccato che quel futuro sia durato solo qualche decina d’anni, dalla seconda metà del 1960 fino alle recenti ondate di movimenti antinuclearisti: al di là delle speculazioni relative all’esaurimento dei giacimenti di uranio ed ai reattori di nuova generazione, il pericolo maggiore deriva sicuramente dalla probabilità del ripetersi di catastrofi analoghe alla tragedia di Cernobyl.

Un’eventualità giudicata ad oggi molto remota dai sostenitori delle centrali nucleari ma che al contempo, viste le implicazioni relative alla portata di un evento del genere, non possono certo lasciar dormire tranquilli nemmeno ai cittadini delle nazioni limitrofe a quelle che hanno detto “” al nucleare. In particolare fu la Francia, dopo la crisi energetica del 1973, a decidere di andare all-in sul nucleare, trasformandosi nel primo Paese al mondo per export di energia prodotta mediante le suddette centrali.

Con la conseguenza che ad oggi i cugini d’oltralpe possono vantare ben 19 centrali nucleari – 58 reattori in tutto – la più vicina delle quali ai nostri confini è quella di Bugey, situata a soli 244 chilometri dalla città di Torino. Una situazione molto delicata, ma che di recente è apparsa quasi drammatica per via delle considerazioni espresse da Pierre-Franck Chevet, presidente dell’Autorità per la Sicurezza Nucleare (ASN) in Francia.

Chevet, nel corso di un’intervista rilasciata al celebre quotidiano Le Figaro, ha ammesso che “La situazione è molto preoccupante“. Tutto iniziò nei primi mesi del 2015, quando alcuni controlli rilevarono una crepa nel rivestimento del reattore sperimentale di Flammanville (Normandia), facendo scattare immediatamente l’allarme ed i relativi controlli a tappeto che interessarono altre centrali nucleari francesi.

In quei giorni avemmo molte altre brutte sorprese” ha spiegato ora il presidente dell’ASN, il quale ha reso poi noto che altri dodici reattori sono stati fermati in attesa di valutazioni più approfondite . In particolare il timore è che la resistenza dei generatori di vapore possa venire compromessa dagli eccessi di carbonio scoperto presenti nell’acciaio; fino a quando le verifiche di rito non daranno i risultati definitivi, i reattori interessati rimarranno inerti.

Nelle prossime settimane dunque l’Autorità per la Sicurezza Nucleare transalpina deciderà se sia opportuno riavviare o meno i reattori delle centrali nucleari dimostratisi potenzialmente problematici (in caso di risposta affermativa, questi ultimi torneranno a pieno regime entro gennaio 2017); nel frattempo l’Italia osserva in silenzio. Nella speranza che i francesi sappiano ciò che stanno facendo.

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