Brexit: l’economia dell’Inghilterra retrocede ai livelli del 2009

Uno studio dimostra che l'economia inglese sta regredendo a livelli simili a quelli del 2009: c'è un calo dell'attività di tutti i settori produttivi ad eccesione delle esportazioni.

Brexit: l’economia dell’Inghilterra retrocede ai livelli del 2009

Secondo la società di ricerche IHS Markit, l‘economia della Gran Bretagna sta regredendo versi livelli che non si vedevano dal 2009, in piena crisi finanziaria globale, come conseguenza del voto favorevole al “Brexit“.

L‘indice Markit Flash UK Composite Output, elaborato dalla suddetta società e che si usa per valutare i mercati, mostra un collasso dell’attività in tutti i settori produttivi ad eccezione dell’esportazione, che ha probabilmente beneficiato della svalutazione della sterlina.

Si tratta del primo studio significativo che misura la reazione delle imprese al risultato del referendum de 23 giugno, con il quale i cittadini inglesi, o almeno la maggioranza di loro, hanno deciso di abbandonare l’UE. L’indice, che ha raccolto i dati di circa 650 imprese tra il 12 e il 21 di luglio, è crollato a 47,7 punti a luglio, sotto i 50 punti (soglia limite tra crescita e calo dell’attività ) dai 52,4 punti di giugno.

Questa contrazione economica è indubbiamente dovuta alla più grande cancellazione di ordini dal 2012 ad oggi e per un importante perdita di fiducia nel settore dei servizi, motore dell’economica inglese. Il capo economista della Markit, Chris Williamson, ha affermato che “i dati dimostrano che l’economia si sta deteriorando drasticamente” e suggeriscono una contrazione dello 0,4 per cento del Pil nel terzo trimestre del 2016, contro a una crescita moderata nei primi due trimestri, prima del referendum. “Che sia da attribuire a disdette, mancanza di nuovi ordini o al rinvio di progetti, la svolta negativa viene in un modo o nell’altro attribuita al voto favorevole al Brexit“, ha aggiunto.

La Banca d’Inghilterra deciderà ad agosto se cambiare la politica monetario per far fronte a questo rallentamento dell’economia. Nell’ultima riunione, del 14 luglio, l’autorità monetaria aveva pronosticato un indebolimento dell’attività economica nel breve periodo ma ha comunque deciso di mantenere i tassi di interesse allo 0,5%, decisione decisamente inattesa dato che tutte le previsioni davano per certo che l’organismo li avrebbe ridotti allo 0,25% come medida di difesa davanti al Brexit.

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