Abbandonate per aver contratto il zika durante la gravidanza

In Brasile molti uomini hanno abbandonato la loro donna incinta a causa del sospetto che il bambino che portano in grembo possa nascere con microcefalia. Le donne, infatti, avevano contratto il virus zika durante la gravidanza.

Abbandonate per aver contratto il zika durante la gravidanza

Sulle reti sociali i critici ed i movimenti femministi lo chiamano “un aborto maschile” perché, in qualche modo, sbarazzarsi della responsabilità di essere padre di un bebè con microcefalia è molto più facile che per una donna, la quale, infatti, deve affrontare inevitabili questioni morali e legali per poter prendere la decisione di interrompere la gravidanza. All’uomo, invece, basta sparire.

Nonostante non ci siano cifre al riguardo, sono sempre di più gli uomini che in Brasile lasciano le loro donne nel momento in cui si rendono conto che il loro bimbo nascerà con microcefalia, una malformazione del craneo spesso accompagnata da atrofia cerebrale. Questo difetto congenito si è moltiplicato per 30 nel Paese latino, presumibilmente per la trasmissione del virus zika dalle madri ai feti.

Il legame tra il virus trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti e la microcefalia non è stato ancora provato scientificamente, ma sembra ogni volta più credibile, a causa della chiara correlazione tra la comparsa del virus e la crescita esponenziale della malformazione nei bebè. “Mi sorprende la quantità di donne che si stanno prendendo cura dei loro neonati da sole, semplicemente perché il padre ha deciso di abbandonare la famiglia”, ha dichiarato un pediatra che ha preferito non identificarsi al quotidiano brasiliano Estado de São Paulo, che ha svelato questa situazione.

In Brasile la nascita di oltre 4.783 bebé che potrebbero essere affetti da microcefalia a causa della trasmissione del virus Zika ha acceso nuovamente il dibattito sul tema dell’aborto. L’interruzione della gravidanza in Brasile è legale solo nei casi in cui ci sia stata violenza sessuale, la madre sia in pericolo di vita, o quando il feto è affetto da anencefalia, ossia è assente gran parte del cervello. 

Un reportage del quotidiano Folha de São Paulo, ha rivelato che gli aborti clantestini delle donne che hanno contratto il virus zika hanno iniziato ad essere molto frequenti anche prima che la microcefalia sia stata confermata. Si tratta di una pratica che la Chiesa Cattolica brasiliana non approva, come dimostrano le parole dell’arcivescovo di San Paolo, Odilo Scherer: “Un bebé con microcefalia, nonostante abbia delle limitazioni, può avere una certa autonomia… Occorre accogliere questo essere umano e affrontarlo come una missione per la vita”.

Continua a leggere su Fidelity News