Circa ottocento familiari delle vittime degli attacchi terroristici dell’11 settembre di sedici anni fa hanno intentato una causa di risarcimento contro l’Arabia Saudita, rea – a loro dire – di aver aiutato con mezzi finanziari la causa dei terroristi.
La più brutta, forse, pagina della storia di questo secolo è ritornata a far parlare di se, poichè a distanza di ben sedici anni centinaia di famiglie si sono unite per richiedere un risarcimento ad uno dei paesi più ricchi al mondo: l’Arabia Saudita. Le motivazioni di questa richiesta stanno tutte nelle innumerevoli pagine dell’istanza presentata al Tribunale di Manhattan dai legali di ottocento familiari di vittime.
Già sedici anni fa, i rumors parlavano di uno stretto legame o collegamento tra i terroristi – undici su quindici erano sauditi – dell’11 settembre e l’Arabia Saudita. Un legame che oggi è stato ricostruiti dai legali dei familiari delle vittime e messo finalmente nero su bianco.
Secondo quanto affermato lo stato arabo sarebbe responsabile in quanto avrebbe aiutato due dei dirottatori autori degli attacchi terroristici – Salem Al-Hazmi e Khalid Al-Midhar – a trovare gli appartamenti per risiedere negli Usa, oltre ai necessari mezzi finanziari per vivere.
In aggiunta, sembra – secondo quanto contestato dall’accusa – i funzionari sauditi si sarebbero altresì preoccupati di far seguire dei corsi e far imparare bene la lingua inglese ai terroristi, una condizione necessaria per loro entrare e vivere nel Paese, che di lì a poco avrebbe subito una dei più gravi, drammatici e sanguinari attentati mai vissuti. Allo Stato Arabo si richiede dunque un risarcimento per danni morali e materiali, anche se la cifra non è stata ancora chiarita.